Il saggio introduttivo evidenzia le differenze fra le due principali edizioni: quella del ’10 – frutto già maturo dell’insegnamento di Eugène Carrière e Vittore Grubicy de Dragon – e quella del ’24, scritta intorno agli ambienti milanesi de «L’Esame», «Il Convegno» e «Bottega di Poesia». Tali aforismi trovano lettori appassionati in Berenson, Bucci, Carrà, Croce, De Pisis, Messina, Papini, Pancrazi, Soffici, Wildt e molti altri: non stupirà che a curarne l’ultima edizione sia Vanni Scheiwiller, che riunisce nel proprio circolo editoriale molti di questi artisti e Bernasconi, amico intimo e fra i primi collaboratori delle edizioni proprie (con scritti letterari) e del padre (nella collana «Arte moderna italiana»). Dal pensiero bernasconiano è possibile allargare la prospettiva d’indagine seguendo l’estendersi delle corrispondenze epistolari del canturino, che lasciano intravedere quasi un’aria di famiglia nella scelta letteraria dell’aforisma. I carteggi in gran parte inediti (conservati nel fondo archivistico della Scuola intitolato a Ugo Bernasconi) con Bucci, Papini, Soffici e Boine permettono di individuare l’intrecciarsi di una produzione letteraria «ai margini»: quella dell’«aforisma d’artista». È nelle riviste cui Bernasconi collabora, prima, durante e dopo le due guerre mondiali, che il genere si diversifica in modo spiccato per modelli e per tipologie, nel contesto del frammentismo delle riviste d’inizio secolo e in risposta alla domanda di riedificazione morale di quelle postbelliche («Il Ponte»).
Ugo Bernasconi, Pensieri ai Pittori. Introduzione
D'AYALA VALVA, MARGHERITA
2008
Abstract
Il saggio introduttivo evidenzia le differenze fra le due principali edizioni: quella del ’10 – frutto già maturo dell’insegnamento di Eugène Carrière e Vittore Grubicy de Dragon – e quella del ’24, scritta intorno agli ambienti milanesi de «L’Esame», «Il Convegno» e «Bottega di Poesia». Tali aforismi trovano lettori appassionati in Berenson, Bucci, Carrà, Croce, De Pisis, Messina, Papini, Pancrazi, Soffici, Wildt e molti altri: non stupirà che a curarne l’ultima edizione sia Vanni Scheiwiller, che riunisce nel proprio circolo editoriale molti di questi artisti e Bernasconi, amico intimo e fra i primi collaboratori delle edizioni proprie (con scritti letterari) e del padre (nella collana «Arte moderna italiana»). Dal pensiero bernasconiano è possibile allargare la prospettiva d’indagine seguendo l’estendersi delle corrispondenze epistolari del canturino, che lasciano intravedere quasi un’aria di famiglia nella scelta letteraria dell’aforisma. I carteggi in gran parte inediti (conservati nel fondo archivistico della Scuola intitolato a Ugo Bernasconi) con Bucci, Papini, Soffici e Boine permettono di individuare l’intrecciarsi di una produzione letteraria «ai margini»: quella dell’«aforisma d’artista». È nelle riviste cui Bernasconi collabora, prima, durante e dopo le due guerre mondiali, che il genere si diversifica in modo spiccato per modelli e per tipologie, nel contesto del frammentismo delle riviste d’inizio secolo e in risposta alla domanda di riedificazione morale di quelle postbelliche («Il Ponte»).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.