In questo contributo si considera la rappresentazione della ‘malattia d’amore’ nelle Intercenali albertiane, riservando particolare attenzione a Vidua e Amores. Vengono illustrati la logica del rovesciamento parodistico di modelli stoici di razionalità ‘prudenziale’ e gli esiti alterni di un paradigma di autocontrollo dissimulatore. Attraverso una serie di confronti con la tradizione romanza anteriore all’Alberti e in particolare con Boccaccio si constata l’esaurimento degli ideali ovidiani e cortesi, cui viene contrapposta una linea giovenaliana (non priva di punti di contatto con la misoginia cristiana). Si sottopone ad analisi la composizione a intarsio di Amores, segnalando di volta in volta le allusioni a Luciano, Apuleio, all’elegia e alla commedia latine. Vengono pure scandagliate le significative differenze nella trattazione del tema erotico che intercorrono fra le Intercenali e le operette volgari dell’Alberti dedicate allo stesso argomento (Deifira, Ecatonfilea, Sofrona, De amore). Nella conclusione dell’intervento si ripercorre lo sviluppo del motivo misogino nel contesto narrativo del Momus e si approfondisce l’antitesi fra la concezione cinica dell’eros di Leon Battista e quella ‘eroica’ del platonismo quattro-cinquecentesco che culmina in Giordano Bruno.
Umorismo antierotico nelle Intercenali albertiane
D'Ascia, Luca
2021
Abstract
In questo contributo si considera la rappresentazione della ‘malattia d’amore’ nelle Intercenali albertiane, riservando particolare attenzione a Vidua e Amores. Vengono illustrati la logica del rovesciamento parodistico di modelli stoici di razionalità ‘prudenziale’ e gli esiti alterni di un paradigma di autocontrollo dissimulatore. Attraverso una serie di confronti con la tradizione romanza anteriore all’Alberti e in particolare con Boccaccio si constata l’esaurimento degli ideali ovidiani e cortesi, cui viene contrapposta una linea giovenaliana (non priva di punti di contatto con la misoginia cristiana). Si sottopone ad analisi la composizione a intarsio di Amores, segnalando di volta in volta le allusioni a Luciano, Apuleio, all’elegia e alla commedia latine. Vengono pure scandagliate le significative differenze nella trattazione del tema erotico che intercorrono fra le Intercenali e le operette volgari dell’Alberti dedicate allo stesso argomento (Deifira, Ecatonfilea, Sofrona, De amore). Nella conclusione dell’intervento si ripercorre lo sviluppo del motivo misogino nel contesto narrativo del Momus e si approfondisce l’antitesi fra la concezione cinica dell’eros di Leon Battista e quella ‘eroica’ del platonismo quattro-cinquecentesco che culmina in Giordano Bruno.File | Dimensione | Formato | |
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