La tesi si propone di analizzare gli usi e le rappresentazioni della figura materna nelle culture politiche italiane e francesi dell’Ottocento. I casi di studio presi in esame sono due: il primo è la rete di relazioni riconducibili alla patriota Laura Solera Mantegazza (1813-1873). Vicino alla democrazia radicale italiana, fra il 1850 e il 1870 il gruppo fondò fra le più significative esperienze della filantropia italiana: il Pio istituto di maternità per i bambini lattanti e slattati di Milano, la Società di mutuo soccorso delle operaje di Milano, la Scuola Professionale Femminile. Tutti gli istituti furono destinati, a vario titolo, al soccorso e all’istruzione delle lavoratrici e furono utili mezzi per compiere una pervasiva azione nazionalizzante. Il secondo caso di studio è l’Archiconfrérie des Mères Chrétiennes, fondata nel 1850 da Louise Josson (1803-1883) e in seguito posta sotto la direzione spirituale di un ebreo convertito, l’abbé Thèodore Ratisbonne (1802-1884). La struttura si diffuse rapidamente in Francia e in tutta Europa, affermandosi in particolar modo in Italia – dove prese il nome di Pie Unioni delle Madri Cristiane. L’arciconfraternita fu luogo di coordinamento e formazione di un’azione politica femminile fortemente contrassegnata in senso controrivoluzionario e antimoderno. Risolute a favorire l’instaurazione di una società “autenticamente cristiana”, le Mères Chrétiennes agirono su più fronti: in patria spronarono alla conversione padri, figli e mariti che ritenevano essersi allontanati dalla fede; in Italia e in Francia sostennero la difesa dei diritti del pontefice e della Chiesa, costituendo una rete di supporto logistico ed economico al volontariato “bianco”. In colonia, e in Algeria soprattutto, sostennero il progetto di conversione intrapreso dal cardinale Lavigerie – finanziando la costruzione di orfanotrofi e strutture d’accoglienza per bambini e bambine musulmane. La tesi è suddivisa in due parti; la prima sezione si concentra sull’Italia e si articola in tre capitoli: 1) Il primo prende in esame il Pio istituto di maternità per i bambini lattanti e slattati di Milano (1850). Innanzitutto, ho ricostruito le origini dell’istituzione e la rete di relazioni che la animò, sottolineando la vicinanza al movimento nazionale. In seguito, ho analizzato le pratiche proposte alle lavoratrici, evidenziandone il fine nazionalizzante. La comparazione con le crèches francesi si è rivelata particolarmente utile per mettere in luce le peculiarità del caso italiano. 2) Il secondo capitolo si concentra sull’Associazione di mutuo soccorso per le operaie di Milano (1862) e la Scuola Professionale Femminile (1870). Ho delineato la fondazione, l’evoluzione e il sostegno politico-culturale di cui le due associazioni godettero. Il ruolo più attivo che le lavoratrici ebbero nelle strutture mi ha consentito di approfondire l’indagine sul modello materno, studiando più approfonditamente le sue declinazioni di classe. 3) Il terzo capitolo illustra l’azione della rete di Solera durante la guerra del 1866. Mi sono concentrata su tre iniziative: l’Offerta per la camicia Rossa – con la quale il gruppo sostenne i volontari garibaldini, mobilitando in loro favore le lavoratrici delle varie istituzioni; la Protesta delle Madri Italiane e la Protesta delle donne Italiane: due pubblici atti di dissenso contro le modalità di acquisizione di Venezia, ritenute lesive dell’onore della nazione. La seconda parte è dedicata alla Francia e all’Archiconfrérie des Mères Chrétiennes. Anch’essa si compone di tre capitoli: 4) Il quarto capitolo esamina la nascita, la diffusione e gli obiettivi dell’associazione, partendo dalla ricostruzione dei profili biografici e politici di Louise Josson e di Théodore Ratisbonne. Già in questa prima fase, la conversione si presenta come caratteristica peculiare della mobilitazione politica delle Mères Chrétiennes. 5) Il quinto capitolo riflette sull’evoluzione e sulla diversificazione del modello materno propugnato dal sodalizio. Ho condotto una disamina dei vari modelli di santità femminile proposti alle associate e indagato gli stretti rapporti con le religiose di Notre-Dame de Sion. 6) L’ultimo capitolo si focalizza sulla mobilitazione politica internazionale di questo potente gruppo, con particolare attenzione a due scenari: l’Italia, con la difesa dello Stato Pontificio e la proliferazione delle Pie Unioni delle Madri Cristiane; e l’Algeria. La diversità e la distanza dei due teatri d’azione mi hanno permesso di appurare il carattere incredibilmente ambizioso del progetto.

Madri di molte patrie. Usi e rappresentazioni della figura materna nelle culture politiche ottocentesche (Italia-Francia, 1850-1870) / Tafuro, MARIA AZZURRA; relatore: MENOZZI, DANIELE; relatore esterno: Pécout, Gilles; Scuola Normale Superiore, ciclo 26, 23-Apr-2015.

Madri di molte patrie. Usi e rappresentazioni della figura materna nelle culture politiche ottocentesche (Italia-Francia, 1850-1870)

TAFURO, MARIA AZZURRA
2015

Abstract

La tesi si propone di analizzare gli usi e le rappresentazioni della figura materna nelle culture politiche italiane e francesi dell’Ottocento. I casi di studio presi in esame sono due: il primo è la rete di relazioni riconducibili alla patriota Laura Solera Mantegazza (1813-1873). Vicino alla democrazia radicale italiana, fra il 1850 e il 1870 il gruppo fondò fra le più significative esperienze della filantropia italiana: il Pio istituto di maternità per i bambini lattanti e slattati di Milano, la Società di mutuo soccorso delle operaje di Milano, la Scuola Professionale Femminile. Tutti gli istituti furono destinati, a vario titolo, al soccorso e all’istruzione delle lavoratrici e furono utili mezzi per compiere una pervasiva azione nazionalizzante. Il secondo caso di studio è l’Archiconfrérie des Mères Chrétiennes, fondata nel 1850 da Louise Josson (1803-1883) e in seguito posta sotto la direzione spirituale di un ebreo convertito, l’abbé Thèodore Ratisbonne (1802-1884). La struttura si diffuse rapidamente in Francia e in tutta Europa, affermandosi in particolar modo in Italia – dove prese il nome di Pie Unioni delle Madri Cristiane. L’arciconfraternita fu luogo di coordinamento e formazione di un’azione politica femminile fortemente contrassegnata in senso controrivoluzionario e antimoderno. Risolute a favorire l’instaurazione di una società “autenticamente cristiana”, le Mères Chrétiennes agirono su più fronti: in patria spronarono alla conversione padri, figli e mariti che ritenevano essersi allontanati dalla fede; in Italia e in Francia sostennero la difesa dei diritti del pontefice e della Chiesa, costituendo una rete di supporto logistico ed economico al volontariato “bianco”. In colonia, e in Algeria soprattutto, sostennero il progetto di conversione intrapreso dal cardinale Lavigerie – finanziando la costruzione di orfanotrofi e strutture d’accoglienza per bambini e bambine musulmane. La tesi è suddivisa in due parti; la prima sezione si concentra sull’Italia e si articola in tre capitoli: 1) Il primo prende in esame il Pio istituto di maternità per i bambini lattanti e slattati di Milano (1850). Innanzitutto, ho ricostruito le origini dell’istituzione e la rete di relazioni che la animò, sottolineando la vicinanza al movimento nazionale. In seguito, ho analizzato le pratiche proposte alle lavoratrici, evidenziandone il fine nazionalizzante. La comparazione con le crèches francesi si è rivelata particolarmente utile per mettere in luce le peculiarità del caso italiano. 2) Il secondo capitolo si concentra sull’Associazione di mutuo soccorso per le operaie di Milano (1862) e la Scuola Professionale Femminile (1870). Ho delineato la fondazione, l’evoluzione e il sostegno politico-culturale di cui le due associazioni godettero. Il ruolo più attivo che le lavoratrici ebbero nelle strutture mi ha consentito di approfondire l’indagine sul modello materno, studiando più approfonditamente le sue declinazioni di classe. 3) Il terzo capitolo illustra l’azione della rete di Solera durante la guerra del 1866. Mi sono concentrata su tre iniziative: l’Offerta per la camicia Rossa – con la quale il gruppo sostenne i volontari garibaldini, mobilitando in loro favore le lavoratrici delle varie istituzioni; la Protesta delle Madri Italiane e la Protesta delle donne Italiane: due pubblici atti di dissenso contro le modalità di acquisizione di Venezia, ritenute lesive dell’onore della nazione. La seconda parte è dedicata alla Francia e all’Archiconfrérie des Mères Chrétiennes. Anch’essa si compone di tre capitoli: 4) Il quarto capitolo esamina la nascita, la diffusione e gli obiettivi dell’associazione, partendo dalla ricostruzione dei profili biografici e politici di Louise Josson e di Théodore Ratisbonne. Già in questa prima fase, la conversione si presenta come caratteristica peculiare della mobilitazione politica delle Mères Chrétiennes. 5) Il quinto capitolo riflette sull’evoluzione e sulla diversificazione del modello materno propugnato dal sodalizio. Ho condotto una disamina dei vari modelli di santità femminile proposti alle associate e indagato gli stretti rapporti con le religiose di Notre-Dame de Sion. 6) L’ultimo capitolo si focalizza sulla mobilitazione politica internazionale di questo potente gruppo, con particolare attenzione a due scenari: l’Italia, con la difesa dello Stato Pontificio e la proliferazione delle Pie Unioni delle Madri Cristiane; e l’Algeria. La diversità e la distanza dei due teatri d’azione mi hanno permesso di appurare il carattere incredibilmente ambizioso del progetto.
23-apr-2015
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
Storia contemporanea
26
Scuola Normale Superiore
MENOZZI, DANIELE
Pécout, Gilles
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