Il saggio riflette sul tema della democrazia locale, che è oggi tra i più dibattuti. Molte le ragioni che possono essere addotte per giustificare un interesse che accomuna accademici e amministratori pubblici, tecnici e politici, imprenditori e «semplici» cittadini, tra cui: la crisi serpeggiante delle istituzioni democratiche; la crescita dei localismi nelle loro varie declinazioni; la ridefinizione del ruolo dello stato nel quadro dei processi di globalizzazione economica, migrazione, costituzione o rafforzamento di entità transnazionali (in primis l’Unione Europea); le numerose iniziative per lo sviluppo delle aree locali; la volontà di irrobustire la democrazia in aree di recente transizione democratica; il riconoscimento dei limiti della rappresentanza tradizionale e dell’opportunità di un potenziamento della partecipazione; la constatazione che la capacità di governo da parte delle istituzioni centrali si sta indebolendo e che per recuperare legittimità e efficienza nell’azione di policy è necessario fare spazio alle forze presenti «sul territorio», o semplicemente ammettere che queste ultime si stanno organizzando e muovendo per conto proprio. Il saggio riflette sul fatto che la questione può essere affrontata in maniere assai diverse per presupposti, obiettivi e taglio analitico. Estremizzando, si può guardare a regole e istituzioni formali; esaminare il modo in cui i fattori sopra accennati destrutturano la realtà politica e sociale; scandagliare il patrimonio di teorie e modelli che le scienze della società mettono a disposizione alla ricerca di spunti che permettano di comprendere ciò che accade, indicando magari una via per ricomporre la frammentazione. Oppure si può adottare un punto di vista più aderente alle pratiche, ai processi; prestare attenzione al modo in cui politica e società si riorganizzano al di sotto o al di là di ogni architettura istituzionale; utilizzare teorie e modelli con cautela, come bussole imprecise, utili ma incapaci di racchiudere la varietà delle esperienze in corso. Il saggio riflette sull'utilità di quest'ultima prospettiva
Luigi Pellizzoni (a cura di), Democrazia locale : apprendere dall’esperienza, Gorizia, ISIG-DSU, 2007 [prefazione]
Pellizzoni, Luigi
2007
Abstract
Il saggio riflette sul tema della democrazia locale, che è oggi tra i più dibattuti. Molte le ragioni che possono essere addotte per giustificare un interesse che accomuna accademici e amministratori pubblici, tecnici e politici, imprenditori e «semplici» cittadini, tra cui: la crisi serpeggiante delle istituzioni democratiche; la crescita dei localismi nelle loro varie declinazioni; la ridefinizione del ruolo dello stato nel quadro dei processi di globalizzazione economica, migrazione, costituzione o rafforzamento di entità transnazionali (in primis l’Unione Europea); le numerose iniziative per lo sviluppo delle aree locali; la volontà di irrobustire la democrazia in aree di recente transizione democratica; il riconoscimento dei limiti della rappresentanza tradizionale e dell’opportunità di un potenziamento della partecipazione; la constatazione che la capacità di governo da parte delle istituzioni centrali si sta indebolendo e che per recuperare legittimità e efficienza nell’azione di policy è necessario fare spazio alle forze presenti «sul territorio», o semplicemente ammettere che queste ultime si stanno organizzando e muovendo per conto proprio. Il saggio riflette sul fatto che la questione può essere affrontata in maniere assai diverse per presupposti, obiettivi e taglio analitico. Estremizzando, si può guardare a regole e istituzioni formali; esaminare il modo in cui i fattori sopra accennati destrutturano la realtà politica e sociale; scandagliare il patrimonio di teorie e modelli che le scienze della società mettono a disposizione alla ricerca di spunti che permettano di comprendere ciò che accade, indicando magari una via per ricomporre la frammentazione. Oppure si può adottare un punto di vista più aderente alle pratiche, ai processi; prestare attenzione al modo in cui politica e società si riorganizzano al di sotto o al di là di ogni architettura istituzionale; utilizzare teorie e modelli con cautela, come bussole imprecise, utili ma incapaci di racchiudere la varietà delle esperienze in corso. Il saggio riflette sull'utilità di quest'ultima prospettivaFile | Dimensione | Formato | |
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