Intorno a Pellegrino Tibaldi, tra Milano e la Spagna

The thesis focuses on the last thirty years of Pellegrino Tibaldi’s life (1527 or 1530/31-1596). His career steps in fact have not enjoyed the same critical attention. The beginnings in Rome, as well as his work between Bologna and the Marche, can rely on a number of even recent studies, while the years spent in Milan in the service of Carlo Borromeo (1566-1586) and then in Spain, at the court of Philip II (1586-1594), have been less investigated. All this because, as Giorgio Vasari (1568) had brilliantly noted, a turning point took place in the early 1560s: while Pellegrino was in Ancona, he began to take on commissions as an architect, both civil and military, as well as a painter and stucco worker. To support this multifaceted role, Tibaldi merely draws and directs while the intervention of those at his side becomes crucial. An entrepreneurial choice which from this point on makes any attempt at reconstruction more complicated. And this, despite the fact that there are many more documents in the last thirty years of Pellegrino’s life than in previous years. The thesis tries to illuminate the period spent by the artist between Milan and Spain by intertwining written and figurative accounts and bringing out the minor portraits of his collaborators.

La tesi di perfezionamento tenta di ripercorrere gli ultimi trent’anni di attività di Pellegrino Tibaldi (1527 o 1530/31-1596). Le varie fasi della carriera dell’artista, infatti, non hanno goduto nel tempo di un’attenzione critica uniforme: se gli esordi a Roma «d’intorno a Perino», così come l’attività tra Bologna e le Marche, possono vantare una serie di affondi anche recenti, gli anni trascorsi a Milano al servizio di Carlo Borromeo (1566-1586) e poi in Spagna, presso la corte di Filippo II (1586-1594), sono stati messi meno a fuoco. Dietro a questo squilibrio agisce il fatto che, come aveva colto Giorgio Vasari con incredibile tempismo (1568), nei primi anni Sessanta avviene una svolta nel percorso professionale di Pellegrino: mentre si trova ad Ancona, infatti, inizia ad assumere commissioni in qualità di architetto, civile e militare, che affianca al suo mestiere di pittore e plasticatore in stucco; per sostenere questa doppia veste, diventa cruciale l’intervento di chi sta al suo fianco. Un’intuizione felice dal punto di vista imprenditoriale, come dimostreranno i vent’anni trascorsi a Milano, ma che, da questo momento della sua carriera in avanti, rende più complicato ogni tentativo di ricostruzione. E questo, nonostante la messe documentaria sia, negli ultimi trent’anni di attività, ben più ricca che per gli anni precedenti. La tesi cerca di illuminare il periodo trascorso dall'artista tra Milano e la Spagna, intrecciando testimonianze scritte e figurative e facendo emergere i ritratti minori dei suoi collaboratori.