Attraverso la ricerca su testi e disegni presenti nei fondi archivistici viene restituito un ampio capitolo di storia del collezionismo e della cultura, incentrato sulla collezione di vasi figurati che intorno al 1733 era già presente nella Galleria Clementina della Biblioteca Vaticana. I vasi, originariamente disposti sopra gli armadi in cui erano custoditi i volumi, furono poi rimossi intorno al 1900 per raggiungere il Museo Gregoriano Etrusco. Negli anni trenta del Settecento, la collezione dei vasi vaticana è al centro delle attenzioni degli ambienti eruditi e assume un valore paradigmatico nella codificazione e nella diffusione di questo genere di raccolte. Dato che in essa era confluita anche una parte della raccolta seicentesca di Giuseppe Valletta, Winckelmann aveva agio di sottolineare una sorta di primato, affermando che "la prima collezione che siasi fatta di antichi vasi è, per quanto io so, quella della Biblioteca Vaticana". I disegni della collezione vaticana, realizzati nel 1734 dal pittore Bartolomeo Poli, assunsero un ruolo fondamentale quando Anton Francesco Gori con Giovan Battista Passeri concepirono l'idea di un corpus che compendiasse al meglio le collezioni di vasi figurati "etruschi" allora esistenti. Gori e Passeri riuscirono a raccogliere i disegni di 469 vasi, di cui ne furono pubblicati 249 nei primi tre tomi del Picturae Etruscorum in Vasculis che il Passeri riuscì, con non poche peripezie, a stampare tra il 1767 e il 1775; i rimanenti 220, che dovevano costituire i tomi IV e V, restarono inediti. Grazie a questo volume, vede finalmente la luce, dopo 233 anni, l'opera integrale del Passeri, emendata anche dagli errori che ricorrono nei tre tomi stampati, grazie al minuzioso confronto con i disegni originali rintracciati in archivio. Viene così identificata e ricostruita buona parte dell'originaria collezione di vasi della Biblioteca Vaticana, allora come oggi la più consistente tra tutte le raccolte settecentesche, sopravvissuta a dispersioni e smembramenti. Quella vaticana risulta così inserita nel contesto più generale delle 58 collezioni censite tra la metà del Seicento e la prima metà del Settecento, tutte elencate nel volume e delle quali viene puntualmente seguita la diaspora nel corso di almeno tre secoli. Sullo sfondo del quadro epocale delineato da questo studio, riemerge infine, sotto una nuova luce, la questione etrusca in merito all'attrubuzione dei vasi figurati, tema che occupò il dibattito culturale tra XVII e XVIII secolo

Picturae Etruscorum in Vasculis. La raccolta Vaticana e il collezionismo di vasi antichi nel primo Settecento. Musei Vaticani – Museo Gregoriano Etrusco. Documenti e Monografie, I

MASCI, MARIA EMILIA
2008

Abstract

Attraverso la ricerca su testi e disegni presenti nei fondi archivistici viene restituito un ampio capitolo di storia del collezionismo e della cultura, incentrato sulla collezione di vasi figurati che intorno al 1733 era già presente nella Galleria Clementina della Biblioteca Vaticana. I vasi, originariamente disposti sopra gli armadi in cui erano custoditi i volumi, furono poi rimossi intorno al 1900 per raggiungere il Museo Gregoriano Etrusco. Negli anni trenta del Settecento, la collezione dei vasi vaticana è al centro delle attenzioni degli ambienti eruditi e assume un valore paradigmatico nella codificazione e nella diffusione di questo genere di raccolte. Dato che in essa era confluita anche una parte della raccolta seicentesca di Giuseppe Valletta, Winckelmann aveva agio di sottolineare una sorta di primato, affermando che "la prima collezione che siasi fatta di antichi vasi è, per quanto io so, quella della Biblioteca Vaticana". I disegni della collezione vaticana, realizzati nel 1734 dal pittore Bartolomeo Poli, assunsero un ruolo fondamentale quando Anton Francesco Gori con Giovan Battista Passeri concepirono l'idea di un corpus che compendiasse al meglio le collezioni di vasi figurati "etruschi" allora esistenti. Gori e Passeri riuscirono a raccogliere i disegni di 469 vasi, di cui ne furono pubblicati 249 nei primi tre tomi del Picturae Etruscorum in Vasculis che il Passeri riuscì, con non poche peripezie, a stampare tra il 1767 e il 1775; i rimanenti 220, che dovevano costituire i tomi IV e V, restarono inediti. Grazie a questo volume, vede finalmente la luce, dopo 233 anni, l'opera integrale del Passeri, emendata anche dagli errori che ricorrono nei tre tomi stampati, grazie al minuzioso confronto con i disegni originali rintracciati in archivio. Viene così identificata e ricostruita buona parte dell'originaria collezione di vasi della Biblioteca Vaticana, allora come oggi la più consistente tra tutte le raccolte settecentesche, sopravvissuta a dispersioni e smembramenti. Quella vaticana risulta così inserita nel contesto più generale delle 58 collezioni censite tra la metà del Seicento e la prima metà del Settecento, tutte elencate nel volume e delle quali viene puntualmente seguita la diaspora nel corso di almeno tre secoli. Sullo sfondo del quadro epocale delineato da questo studio, riemerge infine, sotto una nuova luce, la questione etrusca in merito all'attrubuzione dei vasi figurati, tema che occupò il dibattito culturale tra XVII e XVIII secolo
2008
L'Erma di Bretschneider
9788882654313
storia dell'archeologia; ceramica greca; collezionismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11384/14007
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