Tra le risorse economiche e culturali del territorio della Provincia di Foggia e di tutta la regione Puglia, come è già stato ricordato più volte dalle istituzioni e dall’opinione pubblica, possiamo annoverare i beni archeologici e storico artistici. In un paese con elevati livelli di disoccupazione giovanile, potenziare e dunque concretizzare un canale di turismo archeologico può riaccendere, se non risollevare del tutto, il bilancio economico del nostro territorio, con risvolti positivi per tutte le comunità locali. Esempio lampante di questa “politica archeologica” è la città di Ascoli Satriano, impegnata ormai da circa un trentennio nella realizzazione di un progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico locale, con la realizzazione di varie strutture per il rilancio dell’archeologia, tra cui ricordiamo i Parchi Archeologici della collina del Serpente e di Faragola, oltre ad un incantevole Polo Museale. Il glorioso passato dell’antica Ausculum spinse già il dott. Pasquale Rosario, quasi un secolo fa, a compiere il primo vero intervento di scavo/raccolta di materiale archeologico nel territorio ascolano. Da quel momento Ascoli è riuscita a catalizzare le attenzioni di studiosi e accademici e non solo, rendendosi fucina di numerosi scavi archeologici che hanno riportato alla luce tracce consistenti e suggestive di una comunità indigena germogliata sul confine del subappenino daunio. A maggior ragione, il vortice mediatico che ha investito la nostra città con l’inatteso ritorno dei “marmi policromi”, nel 2010, ha prodotto, da un lato un forte senso di autostima nella comunità ascolana, ma dall’altro ha messo in risalto quanto labili siano le conoscenze sulle aristocrazie che popolavano in antico questi territori.

Ascoli Satriano : la città dei Grifoni

Sarcone, Germano
2019

Abstract

Tra le risorse economiche e culturali del territorio della Provincia di Foggia e di tutta la regione Puglia, come è già stato ricordato più volte dalle istituzioni e dall’opinione pubblica, possiamo annoverare i beni archeologici e storico artistici. In un paese con elevati livelli di disoccupazione giovanile, potenziare e dunque concretizzare un canale di turismo archeologico può riaccendere, se non risollevare del tutto, il bilancio economico del nostro territorio, con risvolti positivi per tutte le comunità locali. Esempio lampante di questa “politica archeologica” è la città di Ascoli Satriano, impegnata ormai da circa un trentennio nella realizzazione di un progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico locale, con la realizzazione di varie strutture per il rilancio dell’archeologia, tra cui ricordiamo i Parchi Archeologici della collina del Serpente e di Faragola, oltre ad un incantevole Polo Museale. Il glorioso passato dell’antica Ausculum spinse già il dott. Pasquale Rosario, quasi un secolo fa, a compiere il primo vero intervento di scavo/raccolta di materiale archeologico nel territorio ascolano. Da quel momento Ascoli è riuscita a catalizzare le attenzioni di studiosi e accademici e non solo, rendendosi fucina di numerosi scavi archeologici che hanno riportato alla luce tracce consistenti e suggestive di una comunità indigena germogliata sul confine del subappenino daunio. A maggior ragione, il vortice mediatico che ha investito la nostra città con l’inatteso ritorno dei “marmi policromi”, nel 2010, ha prodotto, da un lato un forte senso di autostima nella comunità ascolana, ma dall’altro ha messo in risalto quanto labili siano le conoscenze sulle aristocrazie che popolavano in antico questi territori.
2019
Settore L-ANT/07 - Archeologia Classica
Edipuglia
9788872288986
Ascoli Satriano; marmi di Ascoli Satriano; archeologia della Daunia Antica
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