Viene presentata qui la scoperta di un importante Crocifisso ligneo di piccola taglia nella Cappella del Connestabile in Palazzo Colonna ai Santi Apostoli in Roma, attribuibile per via di stile e di qualità alla mano di Giuliano da Sangallo. La ricognizione formale s’intreccia con le indagini sulla vicenda patrimoniale dell’opera, ricostruibile a ritroso fino all’inizio del Settecento, quando essa si trovava di già nella sede odierna e veniva inventariata come spettante alla «primogenitura» dei padroni di casa, cioè all’asse ereditario della dinastia Colonna. Tale evidenza permette di risalire con ottimo fondamento a una trasmissione plurigenerazionale del Crocifisso nell’ambito di una medesima discendenza. E poiché Palazzo Colonna inglobò nel Cinquecento la residenza del cardinale Giuliano della Rovere, ovvero papa Giulio II, committente principale di Giuliano da Sangallo, la spettanza originaria del Crocifisso alla cosiddetta Palazzina della Rovere e a una commissione di quel prelato in prossimità della sua elevazione al pontificato (1503) si rivela un’ipotesi estremamente ragionevole. In appendice al saggio vengono pubblicati per affinità altri due Crocifissi lignei finora sconosciuti: il primo, nel monastero domenicano femminile di clausura di San Vincenzo e Santa Caterina de’ Ricci a Prato, viene qui riferito tentativamente al medesimo Sangallo, nell’auspicio che la futura rimozione delle sue plurime ridipinture corrobori tale soluzione; il secondo, nella sede della Compagnia della Visitazione annessa alla chiesa della badia camaldolese di Santa Maria di Agnano (Arezzo), si candida invece all’autografia di Giuliano da Maiano, anche in tale caso da verificare attraverso una futura rimozione delle ridipinture.
Un Crocifisso romano di Giuliano da Sangallo nel palazzo Colonna ai Santi Apostoli, e due altri Crocifissi da verificare per lui e per Giuliano da Maiano
Caglioti, Francesco
2024
Abstract
Viene presentata qui la scoperta di un importante Crocifisso ligneo di piccola taglia nella Cappella del Connestabile in Palazzo Colonna ai Santi Apostoli in Roma, attribuibile per via di stile e di qualità alla mano di Giuliano da Sangallo. La ricognizione formale s’intreccia con le indagini sulla vicenda patrimoniale dell’opera, ricostruibile a ritroso fino all’inizio del Settecento, quando essa si trovava di già nella sede odierna e veniva inventariata come spettante alla «primogenitura» dei padroni di casa, cioè all’asse ereditario della dinastia Colonna. Tale evidenza permette di risalire con ottimo fondamento a una trasmissione plurigenerazionale del Crocifisso nell’ambito di una medesima discendenza. E poiché Palazzo Colonna inglobò nel Cinquecento la residenza del cardinale Giuliano della Rovere, ovvero papa Giulio II, committente principale di Giuliano da Sangallo, la spettanza originaria del Crocifisso alla cosiddetta Palazzina della Rovere e a una commissione di quel prelato in prossimità della sua elevazione al pontificato (1503) si rivela un’ipotesi estremamente ragionevole. In appendice al saggio vengono pubblicati per affinità altri due Crocifissi lignei finora sconosciuti: il primo, nel monastero domenicano femminile di clausura di San Vincenzo e Santa Caterina de’ Ricci a Prato, viene qui riferito tentativamente al medesimo Sangallo, nell’auspicio che la futura rimozione delle sue plurime ridipinture corrobori tale soluzione; il secondo, nella sede della Compagnia della Visitazione annessa alla chiesa della badia camaldolese di Santa Maria di Agnano (Arezzo), si candida invece all’autografia di Giuliano da Maiano, anche in tale caso da verificare attraverso una futura rimozione delle ridipinture.| File | Dimensione | Formato | |
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