Saggista, scrittrice, teorica della fotografia e del camp, critica teatrale, drammaturga e regista, Susan Sontag è stata una delle figure più incisive e brillanti del secondo Novecento. Il suo eclettismo radicale è una scelta di libertà intellettuale rivendicata con orgoglio: si definiva infatti «una scrittrice testardamente non specializzata». La sua scrittura è sempre rapsodica e non sistematica, e rifugge da ogni tecnicismo e da ogni appartenenza rigida: non a caso la figura teorica che sentiva più vicina, nella temperie infuocata degli anni Sessanta e Settanta, era Roland Barthes, il meno sistematico degli strutturalisti, il più amato dai post-strutturalisti. Per questo motivo la forma dell’alfabeto è particolarmente adatta a un universo poliedrico come quello di Sontag, perché permette di indagare temi costanti e figure-chiave, attraversando l’intensissima esperienza biografica (il rapporto con il figlio David Rieff, la relazione con la fotografa Annie Leibovitz), la critica culturale e politica, l’estetica delle arti, lo sperimentalismo più ardito, che sembra tendere, pur nella voluta frammentarietà, verso l’utopia dell’opera d’arte totale, che trascende i confini fra arte e vita.
Sontag A-Z
Fusillo, Massimo
2025
Abstract
Saggista, scrittrice, teorica della fotografia e del camp, critica teatrale, drammaturga e regista, Susan Sontag è stata una delle figure più incisive e brillanti del secondo Novecento. Il suo eclettismo radicale è una scelta di libertà intellettuale rivendicata con orgoglio: si definiva infatti «una scrittrice testardamente non specializzata». La sua scrittura è sempre rapsodica e non sistematica, e rifugge da ogni tecnicismo e da ogni appartenenza rigida: non a caso la figura teorica che sentiva più vicina, nella temperie infuocata degli anni Sessanta e Settanta, era Roland Barthes, il meno sistematico degli strutturalisti, il più amato dai post-strutturalisti. Per questo motivo la forma dell’alfabeto è particolarmente adatta a un universo poliedrico come quello di Sontag, perché permette di indagare temi costanti e figure-chiave, attraversando l’intensissima esperienza biografica (il rapporto con il figlio David Rieff, la relazione con la fotografa Annie Leibovitz), la critica culturale e politica, l’estetica delle arti, lo sperimentalismo più ardito, che sembra tendere, pur nella voluta frammentarietà, verso l’utopia dell’opera d’arte totale, che trascende i confini fra arte e vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



