La pittura di paesaggio nell’Italia tra le due guerre

This dissertation deals with landscape painting in Italy in the interwar period. After an introductory chapter summarizing the debate on pictorial genres around 1920, the thesis is divided into five chapters, each dedicated to a protagonist of landscape painting at the time. The five studies – in order on Carlo Carrà, Arturo Tosi, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis and Carlo Levi – examine this twenty-year period in the light of their careers and, thanks to the theme of landscape, follow the continuities and changes in their pictorial work. The thesis ends with a study of the landscapes exhibited at the Third Quadriennale in Rome (1939) and painted by the most important artists from central and southern Italy. Through this focus, it widens the view to other territories and artworks.A central attempt in this research was to keep the level of realisation of the paintings and that of their reception together. The work is guided by a philological approach to the works. At the same time, it seemed important to me that a firm focus on the facts and the materiality of the objects should, where possible, be in dialogue with other methods and other disciplines, so that, starting from the artworks, the broader theme of the perception of landscape in those years could be addressed. Artist by artist, I approached the canvases as complex constructions, balanced between the history of painting and its conventions and references to real landscapes; and as objects in dialogue with literary texts and historical and social data relating to the Italian landscape and nature in those years.With this in mind, a large part of this work focuses on the dialogue between painters and writers of the period and, on the basis of documented relationships, examines analogies and differences between the modes of the imagination of artists and writers facing nature. In addition, whenever possible, some paintings were not only studied for their formal qualities and exhibition history, but also read alongside the actual territories that they represented. In other words, the aim was to see if and how art history could dialogue with the history of the environment and its perception. The call into question of other disciplines and the decentralization of art history have allowed to broaden the perspectives on the objects of this study, i.e. the artworks, without seeing them overcome by the intentions and sensibilities of the present.

Questa ricerca studia la pittura di paesaggio nell’Italia tra le due guerre. Dopo un capitolo introduttivo, che riepiloga il dibattito sui generi pittorici intorno al 1920, la tesi si articola in cinque approfondimenti monografici dedicati a cinque protagonisti della pittura di paese del tempo. I singoli capitoli – nell’ordine su Carlo Carrà, Arturo Tosi, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis e Carlo Levi – studiano il ventennio in esame alla luce dei loro percorsi e seguono, grazie al tema del paesaggio, continuità e cambiamenti della loro opera pittorica. La tesi si chiude con un approfondimento sulla terza Quadriennale romana (1939) e, grazie ai paesaggi lì esposti dai principali artisti dell’Italia centro-meridionale, allarga lo sguardo ad altri territori e ad altre opere.Tentativo centrale in questo studio è stato tenere insieme il piano della realizzazione dei quadri e quello della loro ricezione. Il lavoro è guidato da un approccio filologicamente orientato alle opere. Al tempo stesso, mi è sembrato importante che una ferma attenzione alla realtà dei fatti e alla materialità degli oggetti dialogasse, quando possibile, con altri metodi e altre discipline, perché a partire dalle opere si potesse affrontare il più ampio tema della percezione del paesaggio in quegli anni. Artista per artista, si è cercato di avvicinare i quadri come costruzioni complesse, in equilibrio tra la storia della pittura e delle sue convenzioni e gli spunti provenienti dai paesaggi reali; dunque, anche come oggetti in dialogo con i testi letterari e con i dati storici e sociali che riguardavano il paesaggio e la natura italiana in quegli anni.Con questo obiettivo, un’ampia parte di questo lavoro si sofferma sul dialogo tra pittori e letterati del tempo e, a partire da rapporti documentati, studia analogie e differenze tra le modalità dell’immaginazione di artisti e scrittori di allora davanti alla natura. Quando possibile, inoltre, alcuni quadri sono stati non solo studiati per le loro qualità formali e per le loro vicende espositive, ma anche letti in relazione ai territori che rappresentavano. In altre parole, l’obiettivo è stato vedere se e come la storia dell’arte possa dialogare con la storia dell’ambiente e della sua percezione. Ricorrere a spunti altri per decentrare, laddove utile, la storia dell’arte è stato un modo per aumentare le prospettive sugli oggetti di questo studio – cioè le opere – senza vederle sovrastate dalle intenzioni e dalle sensibilità del presente.