Il volume ricostruisce la genesi del collezionismo di materiale grafico dalla fine del ‘500, fino al trattato sull’incisione che scrisse Tommaso Puccini nel 1810, passando per la formazione del giovane Leopoldo con la cronaca della sua affermazione quale indiscusso protagonista del progetto collezionistico: il genere e l’ordinamento, le tipologie e l’organizzazione della raccolta grafica nel continuo rapporto tra storiografia, biografismo d’artisti e mercato. Si affrontano la prassi delle acquisizioni e il ruolo degli agenti a servizio della corte fiorentina, l’officina baldinucciana nella quale per alcuni decenni si consumarono le iniziative volte ad una formalizzazione della ormai cospicua collezione di disegni e stampe, considerata una vera e propria azienda culturale estremamente organizzata secondo le linee guida del suo ideatore. Ed ancora il periodo di Cosimo III, il mantenimento di una prassi e l’assenza di uno spirito innovatore per la collezione grafica che venne a rappresentare essenzialmente un mero problema istituzionale. La cronaca di fermenti contemporanei, esemplificati ad esempio, con l’approfondimento della figura di Gabburri, porta al passaggio dinastico, alla politica della gestione del patrimonio artistico e all’organizzazione del Gabinetto dei disegni e delle stampe. Una capillare analisi dell’amministrazione granducale, l’individuazione delle diverse strategie culturali adottate dai direttori della Galleria fiorentina, evidenziano l’evoluzione di una museografia illuminata e l’organizzazione del patrimonio artistico del quale la sezione grafica rappresentò costantemente un modello di efficienza gestionale e di prestigioso mezzo celebrativo. Gli Uffizi si aprono al pubblico, la collezione aumenta anche da un punto di vista quantitativo, necessitano le grandi imprese classificatorie che avrebbero segnato protocolli e normative precise e articolate per le quali il ricco tesoro numismatico, la pittura, ma soprattutto le migliaia di stampe e disegni fornirono le basi per decretare un vero e proprio sistema classificatorio. Nel secolo dei grandi compilatori, figure quali Antonio e Raimondo Cocchi e Pelli Bencivenni produssero una messe di documenti che segnarono la fortuna del programma lorenese, molti dei quali trascritti integralmente nell’Appendice del volume. La storia della collezione affronta infine l’arrivo del nuovo granduca, Ferdinando III che segna cambiamenti e nuove modalità per la gestione della Galleria. L’erudito e storiografo Pelli fu sostituito da Tommaso Puccini, uomo colto ma che fin dai primi anni del suo insediamento non avrebbe saputo emulare entusiasmi e metodi dell’autore del Saggio Istorico. Dopo la grande stagione dell’ordine e delle classificazioni, l’Ottocento condurrà a nuovi splendori la raccolta di disegni e stampe della Galleria, accogliendo importanti nuclei collezionistici, adeguandosi alle moderne esigenze allestitive e preparando, con rinnovati strumenti descrittivi, la contemporanea politica del bene culturale.
Storia di una collezione: dai libri di disegni e stampe di Leopoldo de’ Medici all’età moderna
FILETI, Miriam
2009
Abstract
Il volume ricostruisce la genesi del collezionismo di materiale grafico dalla fine del ‘500, fino al trattato sull’incisione che scrisse Tommaso Puccini nel 1810, passando per la formazione del giovane Leopoldo con la cronaca della sua affermazione quale indiscusso protagonista del progetto collezionistico: il genere e l’ordinamento, le tipologie e l’organizzazione della raccolta grafica nel continuo rapporto tra storiografia, biografismo d’artisti e mercato. Si affrontano la prassi delle acquisizioni e il ruolo degli agenti a servizio della corte fiorentina, l’officina baldinucciana nella quale per alcuni decenni si consumarono le iniziative volte ad una formalizzazione della ormai cospicua collezione di disegni e stampe, considerata una vera e propria azienda culturale estremamente organizzata secondo le linee guida del suo ideatore. Ed ancora il periodo di Cosimo III, il mantenimento di una prassi e l’assenza di uno spirito innovatore per la collezione grafica che venne a rappresentare essenzialmente un mero problema istituzionale. La cronaca di fermenti contemporanei, esemplificati ad esempio, con l’approfondimento della figura di Gabburri, porta al passaggio dinastico, alla politica della gestione del patrimonio artistico e all’organizzazione del Gabinetto dei disegni e delle stampe. Una capillare analisi dell’amministrazione granducale, l’individuazione delle diverse strategie culturali adottate dai direttori della Galleria fiorentina, evidenziano l’evoluzione di una museografia illuminata e l’organizzazione del patrimonio artistico del quale la sezione grafica rappresentò costantemente un modello di efficienza gestionale e di prestigioso mezzo celebrativo. Gli Uffizi si aprono al pubblico, la collezione aumenta anche da un punto di vista quantitativo, necessitano le grandi imprese classificatorie che avrebbero segnato protocolli e normative precise e articolate per le quali il ricco tesoro numismatico, la pittura, ma soprattutto le migliaia di stampe e disegni fornirono le basi per decretare un vero e proprio sistema classificatorio. Nel secolo dei grandi compilatori, figure quali Antonio e Raimondo Cocchi e Pelli Bencivenni produssero una messe di documenti che segnarono la fortuna del programma lorenese, molti dei quali trascritti integralmente nell’Appendice del volume. La storia della collezione affronta infine l’arrivo del nuovo granduca, Ferdinando III che segna cambiamenti e nuove modalità per la gestione della Galleria. L’erudito e storiografo Pelli fu sostituito da Tommaso Puccini, uomo colto ma che fin dai primi anni del suo insediamento non avrebbe saputo emulare entusiasmi e metodi dell’autore del Saggio Istorico. Dopo la grande stagione dell’ordine e delle classificazioni, l’Ottocento condurrà a nuovi splendori la raccolta di disegni e stampe della Galleria, accogliendo importanti nuclei collezionistici, adeguandosi alle moderne esigenze allestitive e preparando, con rinnovati strumenti descrittivi, la contemporanea politica del bene culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.