Il libro offre un'edizione con traduzione italiana del Dialogus de oratoribus di Tacito, preceduto da un'ampia introduzione e corredato da un ricco apparato di note di commento. Composto probabilmente tra il 98 e il 100 d.C., il Dialogus, discussione in forma di dialogo del problema del declino dell’eloquenza, è un’opera assai originale nel complesso della produzione di Tacito, sia per il contenuto non storiografico sia per lo stile, che preferisce una ciceroniana eleganza alla concisione tesa e asimmetrica che è la cifra caratteristica della scrittura tacitiana. Per questo, in passato, sono stati avanzati dubbi sulla sua paternità, oggi in gran parte fugati dalla filologia. Non bisogna infatti dimenticare che Tacito fu l’oratore più celebre nella Roma della fine del I secolo, e quindi più che titolato per discutere di eloquenza, e che certo nel trattare un simile argomento il modello ciceroniano non poteva essere eluso, oltre al fatto che lo stile delle diverse parti del dialogo vuole probabilmente riflettere quello dei singoli interlocutori. Con questo dialogo Tacito raccoglie le fila di un dibattito lungo un secolo, quello sul declino dell’eloquenza pubblica, strettamente legato a quello della libertà politica, portando una nota di riflessione profondamente personale; e proprio in questa istanza autobiografica sembra risiedere il significato ultimo dell’opera.
Tacito, Dialogo sull'oratoria
BERTI, Emanuele
2009
Abstract
Il libro offre un'edizione con traduzione italiana del Dialogus de oratoribus di Tacito, preceduto da un'ampia introduzione e corredato da un ricco apparato di note di commento. Composto probabilmente tra il 98 e il 100 d.C., il Dialogus, discussione in forma di dialogo del problema del declino dell’eloquenza, è un’opera assai originale nel complesso della produzione di Tacito, sia per il contenuto non storiografico sia per lo stile, che preferisce una ciceroniana eleganza alla concisione tesa e asimmetrica che è la cifra caratteristica della scrittura tacitiana. Per questo, in passato, sono stati avanzati dubbi sulla sua paternità, oggi in gran parte fugati dalla filologia. Non bisogna infatti dimenticare che Tacito fu l’oratore più celebre nella Roma della fine del I secolo, e quindi più che titolato per discutere di eloquenza, e che certo nel trattare un simile argomento il modello ciceroniano non poteva essere eluso, oltre al fatto che lo stile delle diverse parti del dialogo vuole probabilmente riflettere quello dei singoli interlocutori. Con questo dialogo Tacito raccoglie le fila di un dibattito lungo un secolo, quello sul declino dell’eloquenza pubblica, strettamente legato a quello della libertà politica, portando una nota di riflessione profondamente personale; e proprio in questa istanza autobiografica sembra risiedere il significato ultimo dell’opera.File | Dimensione | Formato | |
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