La cronaca lucchese del Sercambi è un testo ricchissimo di illustrazioni, la cui responsabilità può essere facilmente riferita al medesimo cronista, come da tempo riconosciuto, pur senza consenso unanime. La loro ascrizione alla mano dello stesso Sercambi è invece imposta dalle strettissime interrelazioni fra narrazione scritta e sintesi figurativa. La questione “attributiva” apre interessanti spiragli sulla pratica non professionale del disegno, sullo sfondo degli svolgimenti della scrittura nella società cittadina della fine del Medioevo. A tale riguardo si ricorre alla testimonianza di una novella dello stesso Sercambi e ai diversi svolgimenti che il tema trovò nella tradizione letteraria. Le soluzioni grafiche impiegate dal cronista secondo un più semplificato criterio mettono in evidenza alcuni topoi figurativi in uso fra la fine del Medioevo e la prima età moderna. Emerge in particolare la nuova e determinante funzione informativa assegnata all’araldica, sia in ordine alla decifrazione delle vicende storiche, sia nella designazione politica dei luoghi. L’oggetto specifico di questo studio diventa la raffigurazione delle città, nelle diverse funzioni e secondo gli schemi d’iterazione messi a punto dal cronista-disegnatore.
Figurine di città: raccolta Sercambi, Lucca
FERRETTI, Massimo
2008
Abstract
La cronaca lucchese del Sercambi è un testo ricchissimo di illustrazioni, la cui responsabilità può essere facilmente riferita al medesimo cronista, come da tempo riconosciuto, pur senza consenso unanime. La loro ascrizione alla mano dello stesso Sercambi è invece imposta dalle strettissime interrelazioni fra narrazione scritta e sintesi figurativa. La questione “attributiva” apre interessanti spiragli sulla pratica non professionale del disegno, sullo sfondo degli svolgimenti della scrittura nella società cittadina della fine del Medioevo. A tale riguardo si ricorre alla testimonianza di una novella dello stesso Sercambi e ai diversi svolgimenti che il tema trovò nella tradizione letteraria. Le soluzioni grafiche impiegate dal cronista secondo un più semplificato criterio mettono in evidenza alcuni topoi figurativi in uso fra la fine del Medioevo e la prima età moderna. Emerge in particolare la nuova e determinante funzione informativa assegnata all’araldica, sia in ordine alla decifrazione delle vicende storiche, sia nella designazione politica dei luoghi. L’oggetto specifico di questo studio diventa la raffigurazione delle città, nelle diverse funzioni e secondo gli schemi d’iterazione messi a punto dal cronista-disegnatore.File | Dimensione | Formato | |
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