Oggetto del libro è quel dispositivo, risalente all’incrocio tra teologia cristiana e diritto romano, che funziona subordinando una parte del genere umano a un’altra, considerata superiore. In base a questo meccanismo, che ha governato a lungo i rapporti di potere nel mondo occidentale, ogni universale risulta essere l’esito di un’esclusione. Il perno intorno al quale ruota questo dispositivo – al quale l’autore riconduce il significato stesso della ‘teologia politica’ – è la categoria di ‘persona’, appunto fondata sul predominio della parte razionale e spirituale su quella corporea. Molte delle categorie filosofiche e politiche che impieghiamo presuppongono questo dispositivo escludente. Il testo analizza le concezioni di filosofi come Hobbes, Locke, Kant, Hegel attraverso tale chiave interpretativa. La possibilità di sfuggire a questo meccanismo richiederebbe una radicale trasformazione del nostro lessico concettuale. Soltanto una volta che il pensiero si collocherà nella sua dimensione più propria – relativa non al singolo individuo, ma alla comunità umana nel suo complesso –, potremo tentare di sottrarci alla ‘macchina’ che da lungo tempo condiziona le nostre vite.
Titolo: | Due. La macchina della teologia politica e il posto del pensiero | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2013 | |
Editore: | Einaudi | |
ISBN: | 9788806211110 | |
Parole Chiave: | teologia politica, persona, impersonale, diritto | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11384/4886 | |
Appare nelle tipologie: | 3.1 Monografia o trattato scientifico |