1) Il saggio di M.M. Donato (pp. 365-400) chiude il volume su ‘L’artista medievale’ curato dall’autrice, e in specie una sezione illustrativa della potenzialità della ‘firma’ medievale come fonte di prima mano per una storia socio-culturale degli artisti. Tale è il presupposto del progetto ‘Opere firmate nell’arte Italiana/ Medioevo’, diretto dall’autrice presso la SNS, teso a realizzare un corpus delle opere di ogni classe e tipologia ‘firmate’ in latino e nei volgari italiani, su un’area corrispondente all’Italia attuale fra il VII sec. e il Gotico tardo. Il saggio illustra ragioni e obiettivi del progetto e, soprattutto, ne presenta lo stato di elaborazione – problemi, metodi, strumenti – all’altezza del 2008. In apertura, una RASSEGNA CRITICA di approcci non meramente documentari al tema della firma: da Vasari alla riscoperta in chiave di Kunstsoziologie. Si illustrano poi, come esempi di temi poco frequentati ma promettenti, il rapporto degli artefici con la scrittura e la responsabilità dei testi inscritti, dall’iniziativa all’esecuzione (§1). Segue l’analisi delle LINEE GUIDA per il censimento. L’accezione di ‘firma’, i limiti spaziali, temporali e linguistici, la latitudine di tecniche e tipologie, l’inclusione dei casi noti solo per tradizione indiretta sono giustificati con un’articolata esemplificazione (§2,1-4). Messi a fuoco alcuni PROBLEMI LOGISTICI di rilievo metodologico (costruzione dell’archivio iconografico; criteri di trascrizione; §2,5), si passa agli STRUMENTI, a partire dalla scelta di costruire un DB on line, nell’intento di creare non solo un ‘repertorio’, ma uno strumento di ricerca. La struttura del DB e le sue ragioni costituiscono il tema della seconda parte del saggio. Si analizza in particolare la scheda di ARCHIVIAZIONE, con il relativo sistema di codifica e data entry: la sua complessa articolazione risponde alla convinzione che le firme, assai varie sotto il profilo grafico, estetico, linguistico, testuale e nel rapporto con la compagine monumentale, offrano valide informazioni (sull’autocoscienza degli artisti, la loro cultura, il rapporto con committenze e pubblici, l’organizzazione del lavoro, le strategie di mercato, il lessico artistico) solo se analizzate nel nesso con le opere e descritte secondo criteri aderenti e flessibili (§3,1-5). In chiusura, si presentano esempi delle diverse RICERCHE in vista delle quali è progettato il DB (§4). 2) L’Appendice (DONATO M.M, RICCIONI S., TOMASI M., pp. 401-413) presenta un calice senese inedito (in. XV secolo), identificato e studiato nel corso delle ricerche per il progetto del repertorio 'Opere firmate nell'arte italiana'. L'oggetto è scelto anche come caso campione per mostrare e motivare la struttura della "scheda-opera", in formato librario e digitale, nella futura pubblicazione del repertorio.
1) Il progetto 'Opere firmate nell'arte italiana/Medioevo': ragioni, linee, strumenti: prima presentazione 2) DONATO M.M., RICCIONI S., TOMASI M. Appendice. Un esempio di scheda: Tommaso di Vannino e un codice inedito a Edimburgo.
DONATO, MARIA
2008
Abstract
1) Il saggio di M.M. Donato (pp. 365-400) chiude il volume su ‘L’artista medievale’ curato dall’autrice, e in specie una sezione illustrativa della potenzialità della ‘firma’ medievale come fonte di prima mano per una storia socio-culturale degli artisti. Tale è il presupposto del progetto ‘Opere firmate nell’arte Italiana/ Medioevo’, diretto dall’autrice presso la SNS, teso a realizzare un corpus delle opere di ogni classe e tipologia ‘firmate’ in latino e nei volgari italiani, su un’area corrispondente all’Italia attuale fra il VII sec. e il Gotico tardo. Il saggio illustra ragioni e obiettivi del progetto e, soprattutto, ne presenta lo stato di elaborazione – problemi, metodi, strumenti – all’altezza del 2008. In apertura, una RASSEGNA CRITICA di approcci non meramente documentari al tema della firma: da Vasari alla riscoperta in chiave di Kunstsoziologie. Si illustrano poi, come esempi di temi poco frequentati ma promettenti, il rapporto degli artefici con la scrittura e la responsabilità dei testi inscritti, dall’iniziativa all’esecuzione (§1). Segue l’analisi delle LINEE GUIDA per il censimento. L’accezione di ‘firma’, i limiti spaziali, temporali e linguistici, la latitudine di tecniche e tipologie, l’inclusione dei casi noti solo per tradizione indiretta sono giustificati con un’articolata esemplificazione (§2,1-4). Messi a fuoco alcuni PROBLEMI LOGISTICI di rilievo metodologico (costruzione dell’archivio iconografico; criteri di trascrizione; §2,5), si passa agli STRUMENTI, a partire dalla scelta di costruire un DB on line, nell’intento di creare non solo un ‘repertorio’, ma uno strumento di ricerca. La struttura del DB e le sue ragioni costituiscono il tema della seconda parte del saggio. Si analizza in particolare la scheda di ARCHIVIAZIONE, con il relativo sistema di codifica e data entry: la sua complessa articolazione risponde alla convinzione che le firme, assai varie sotto il profilo grafico, estetico, linguistico, testuale e nel rapporto con la compagine monumentale, offrano valide informazioni (sull’autocoscienza degli artisti, la loro cultura, il rapporto con committenze e pubblici, l’organizzazione del lavoro, le strategie di mercato, il lessico artistico) solo se analizzate nel nesso con le opere e descritte secondo criteri aderenti e flessibili (§3,1-5). In chiusura, si presentano esempi delle diverse RICERCHE in vista delle quali è progettato il DB (§4). 2) L’Appendice (DONATO M.M, RICCIONI S., TOMASI M., pp. 401-413) presenta un calice senese inedito (in. XV secolo), identificato e studiato nel corso delle ricerche per il progetto del repertorio 'Opere firmate nell'arte italiana'. L'oggetto è scelto anche come caso campione per mostrare e motivare la struttura della "scheda-opera", in formato librario e digitale, nella futura pubblicazione del repertorio.File | Dimensione | Formato | |
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