Il volume è frutto di una ricerca che parte dalla questione della temporalità così come emerge dall’opera di Sergio Quinzio, pensatore tra i più radicali e rappresentativi della filosofia italiana contemporanea. In un confronto serrato tra istanze teologiche e filosofiche, la ricerca colloca Quinzio all’interno del più ampio dibattito del pensiero del Novecento, a partire da Nietzsche, Heidegger, Benjamin e da filosofi come Scholem e Taubes, punti di riferimento fondamentali per pensare quelle “radici ebraiche del Moderno” che Quinzio ha saputo mettere in luce attraverso l’analisi della temporalità escatologica e delle istanze messianiche e apocalittiche rintracciate nella tradizione occidentale, in particolare ebraico-cristiana. I primi due capitoli affrontano la questione della temporalità, in particolare nella prospettiva ebraica, tra escatologia e messianismo apocalittico, e in quella cristiana, che ha nel “frattempo” il suo nucleo teoretico fondamentale, aperto tra le istanze della memoria e dell’attesa, e all’interno del quale deve essere formulato quello che Quinzio chiama “Giudizio sulla storia”. Nel terzo capitolo la ricerca si concentra sulla Genealogia del Moderno – in particolare delle sue radici ebraiche – teso tra le (false) istanze messianiche della tecnica moderna e il nichilismo, in una prospettiva segnatamente apocalittica. Il quarto capitolo affronta la questione del Politico in una luce messianico-apocalittica, a partire dal ruolo della Chiesa cattolica e delle Istituzioni come luoghi del katéchon, la forza frenante che ritarda, e impedisce, la venuta del Regno e l’instaurazione di una “nuova politica”, il cui orizzonte, pienamente mondano, rispecchia le attese ebraiche di un “regno terrestre di giustizia”.
Il tempo della fine : l'apocalittica messianica di Sergio Quinzio
Fulco, Rita
2007
Abstract
Il volume è frutto di una ricerca che parte dalla questione della temporalità così come emerge dall’opera di Sergio Quinzio, pensatore tra i più radicali e rappresentativi della filosofia italiana contemporanea. In un confronto serrato tra istanze teologiche e filosofiche, la ricerca colloca Quinzio all’interno del più ampio dibattito del pensiero del Novecento, a partire da Nietzsche, Heidegger, Benjamin e da filosofi come Scholem e Taubes, punti di riferimento fondamentali per pensare quelle “radici ebraiche del Moderno” che Quinzio ha saputo mettere in luce attraverso l’analisi della temporalità escatologica e delle istanze messianiche e apocalittiche rintracciate nella tradizione occidentale, in particolare ebraico-cristiana. I primi due capitoli affrontano la questione della temporalità, in particolare nella prospettiva ebraica, tra escatologia e messianismo apocalittico, e in quella cristiana, che ha nel “frattempo” il suo nucleo teoretico fondamentale, aperto tra le istanze della memoria e dell’attesa, e all’interno del quale deve essere formulato quello che Quinzio chiama “Giudizio sulla storia”. Nel terzo capitolo la ricerca si concentra sulla Genealogia del Moderno – in particolare delle sue radici ebraiche – teso tra le (false) istanze messianiche della tecnica moderna e il nichilismo, in una prospettiva segnatamente apocalittica. Il quarto capitolo affronta la questione del Politico in una luce messianico-apocalittica, a partire dal ruolo della Chiesa cattolica e delle Istituzioni come luoghi del katéchon, la forza frenante che ritarda, e impedisce, la venuta del Regno e l’instaurazione di una “nuova politica”, il cui orizzonte, pienamente mondano, rispecchia le attese ebraiche di un “regno terrestre di giustizia”.File | Dimensione | Formato | |
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