Upon his elevation to the cardinalate in 1690, Gianfrancesco Albani began to take on a key role in the art policy of the State of the Church, as much in Rome as in the city where he was born, Urbino. As cardinal he anticipated various aspects that became central when he rose to the papal throne as Clement XI (1700–1721): his interest in Raphael and the Vatican Stanze, his relationship with academies and the attention he reserved for the Marche territory. The research presented in this volume, which developed out of the discovery, at the University of Urbino, of a marble portrait of Albani made by Domenico Guidi in 1692, aims to offer an initial contextualisation of Albani’s relationship with the arts, and in particular his collecting activity and ties to a few particular painters and sculptors he met while a prelate. To these he entrusted, once he became pope, the artistic direction of Clementine Rome and the launch of a ‘second Renaissance’ in Urbino. First and foremost, Carlo Maratti.

Divenuto cardinale nel 1690, l’urbinate Gianfrancesco Albani iniziò ad assumere un ruolo chiave nella politica artistica dello Stato della Chiesa, tanto a Roma quanto a Urbino, anticipando diversi aspetti che sarebbero diventati centrali una volta salito al soglio papale con il nome di Clemente XI (1700-1721): l’attenzione per Raffaello e le Stanze vaticane, il rapporto con le accademie, le premure nei confronti del territorio marchigiano. Avviata in occasione del ritrovamento, presso l’Università di Urbino, di un suo ritratto marmoreo scolpito da Domenico Guidi nel 1692, la ricerca che qui si presenta mira a offrire un primo inquadramento al tema del rapporto del cardinale Albani con le arti, e in particolare al suo collezionismo e al suo legame con alcuni pittori e scultori, che conobbe durante gli anni della prelatura e ai quali avrebbe affidato da papa la direzione artistica della Roma clementina e l’avvio di un ‘secondo Rinascimento’ a Urbino. Primo tra tutti, Carlo Maratti

Il cardinale Gianfrancesco Albani e le arti tra Roma e Urbino. Il ritratto ritrovato / Cardinal Gianfrancesco Albani and the Arts between Rome and Urbino. A Rediscovered Portrait

SIMONATO, Lucia
2017

Abstract

Upon his elevation to the cardinalate in 1690, Gianfrancesco Albani began to take on a key role in the art policy of the State of the Church, as much in Rome as in the city where he was born, Urbino. As cardinal he anticipated various aspects that became central when he rose to the papal throne as Clement XI (1700–1721): his interest in Raphael and the Vatican Stanze, his relationship with academies and the attention he reserved for the Marche territory. The research presented in this volume, which developed out of the discovery, at the University of Urbino, of a marble portrait of Albani made by Domenico Guidi in 1692, aims to offer an initial contextualisation of Albani’s relationship with the arts, and in particular his collecting activity and ties to a few particular painters and sculptors he met while a prelate. To these he entrusted, once he became pope, the artistic direction of Clementine Rome and the launch of a ‘second Renaissance’ in Urbino. First and foremost, Carlo Maratti.
2017
Silvana
9788836637690
Clemente XI, Albani, Domenico Guidi, scultura barocca
Divenuto cardinale nel 1690, l’urbinate Gianfrancesco Albani iniziò ad assumere un ruolo chiave nella politica artistica dello Stato della Chiesa, tanto a Roma quanto a Urbino, anticipando diversi aspetti che sarebbero diventati centrali una volta salito al soglio papale con il nome di Clemente XI (1700-1721): l’attenzione per Raffaello e le Stanze vaticane, il rapporto con le accademie, le premure nei confronti del territorio marchigiano. Avviata in occasione del ritrovamento, presso l’Università di Urbino, di un suo ritratto marmoreo scolpito da Domenico Guidi nel 1692, la ricerca che qui si presenta mira a offrire un primo inquadramento al tema del rapporto del cardinale Albani con le arti, e in particolare al suo collezionismo e al suo legame con alcuni pittori e scultori, che conobbe durante gli anni della prelatura e ai quali avrebbe affidato da papa la direzione artistica della Roma clementina e l’avvio di un ‘secondo Rinascimento’ a Urbino. Primo tra tutti, Carlo Maratti
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