Gli italianisti della mia generazione si sono avvicinati alla Commedia perlopiù con l'aiuto del commento di Natalino Sapegno, cioè di una annotazione leggera, fiancheggiata da concise introduzioni a ciascun canto. Negli ultimi trent'anni i commenti al poema dantesco hanno assunto invece una fisionomia un po' diversa. A partire dai benemeriti Pasquini e Quaglio, Bosco e Reggio, Anna Maria Chiavacci Leonardi, la struttura si è ampliata e irrobustita sia nelle note che nei cappelli introduttivi ai canti, con l'ulteriore aggiunta di approfondimenti e integrazioni di vario genere. La sostanza, diciamo così, anabolizzante che ha favorito una tale crescita muscolare è stata spesso proprio l'intertestualità, cioè il desiderio o la pretesa di rappresentare in nota, sul pretesto dei suoi versi, uno spaccato di cultura dantesca allegando appunto fonti e luoghi paralleli in abbondanza. Su questo piano, con le sollecitazioni del mercato editoriale, credo che abbia agito anche un certo ibridismo nello statuto del commento stesso, ossia il fatto che l'annotazione mirava al grande pubblico, anche scolastico, senza però rinunciare a quello più ristretto degli specialisti e viceversa.
L'intertestualità nel commento alla Commedia dantesca. Il caso di Brunetto
Stefano Carrai
2015
Abstract
Gli italianisti della mia generazione si sono avvicinati alla Commedia perlopiù con l'aiuto del commento di Natalino Sapegno, cioè di una annotazione leggera, fiancheggiata da concise introduzioni a ciascun canto. Negli ultimi trent'anni i commenti al poema dantesco hanno assunto invece una fisionomia un po' diversa. A partire dai benemeriti Pasquini e Quaglio, Bosco e Reggio, Anna Maria Chiavacci Leonardi, la struttura si è ampliata e irrobustita sia nelle note che nei cappelli introduttivi ai canti, con l'ulteriore aggiunta di approfondimenti e integrazioni di vario genere. La sostanza, diciamo così, anabolizzante che ha favorito una tale crescita muscolare è stata spesso proprio l'intertestualità, cioè il desiderio o la pretesa di rappresentare in nota, sul pretesto dei suoi versi, uno spaccato di cultura dantesca allegando appunto fonti e luoghi paralleli in abbondanza. Su questo piano, con le sollecitazioni del mercato editoriale, credo che abbia agito anche un certo ibridismo nello statuto del commento stesso, ossia il fatto che l'annotazione mirava al grande pubblico, anche scolastico, senza però rinunciare a quello più ristretto degli specialisti e viceversa.| File | Dimensione | Formato | |
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