A trent’anni dalla pubblicazione del magistrale monografia di Jennifer Montagu sullo scultore Alessandro Algardi (Bologna, 1598 – Roma, 1654), ancora oggi punto di partenza imprescindibile per lo studio della scultura barocca italiana, il convegno internazionale Gli allievi di Algardi. Opere, geografia, temi della scultura in Italia nella seconda metà del Seicento (2015), organizzato in collaborazione tra il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut e la Scuola Normale Superiore, ha reso omaggio alla sua autrice affrontando, in alcuni punti nodali, il tema della diffusione e della fortuna del linguaggio algardiano non solo a Roma, ma anche nei principali centri artistici della penisola, dopo la morte del maestro fino alla conclusione del secolo. Il punto di partenza è stata la produzione dei «giovani» di Algardi (Ercole Ferrata, Domenico Guidi e Girolamo Lucenti) e i loro debiti nei confronti dello scultore bolognese, con approfondimenti su singole opere romane e una riflessione su alcuni degli aspetti centrali della loro ricezione. Si prosegue poi con l’assimilazione del linguaggio algardiano fuori dalla città pontificia, prendendo in considerazione casi di opere presenti realizzate da suoi allievi a Napoli, Genova, Bologna, Siena e Firenze. I viaggi di questi fuori Roma o la loro produzione in patria dopo l’apprendistato romano, così come la circolazione dei modelli del maestro in Italia nel medio e tardo Seicento, permetteranno di misurare le qualità dell’insegnamento algardiano anche alla luce delle declinazioni locali che questa lezione innescò in diversi centri di consolidata tradizione artistica. Infine, per ricapitolare le principali tematiche emerse, si utilizzeranno alcuni punti di osservazione privilegiati, quali il rapporto con l’antico, il dialogo tra pittura e scultura, le evoluzioni del rilievo tardo barocco, la fortuna nella guidistica.

Gli allievi di Algardi : opere, geografia, temi della scultura in Italia nella seconda metà del Seicento

Simonato, Lucia;
2019

Abstract

A trent’anni dalla pubblicazione del magistrale monografia di Jennifer Montagu sullo scultore Alessandro Algardi (Bologna, 1598 – Roma, 1654), ancora oggi punto di partenza imprescindibile per lo studio della scultura barocca italiana, il convegno internazionale Gli allievi di Algardi. Opere, geografia, temi della scultura in Italia nella seconda metà del Seicento (2015), organizzato in collaborazione tra il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut e la Scuola Normale Superiore, ha reso omaggio alla sua autrice affrontando, in alcuni punti nodali, il tema della diffusione e della fortuna del linguaggio algardiano non solo a Roma, ma anche nei principali centri artistici della penisola, dopo la morte del maestro fino alla conclusione del secolo. Il punto di partenza è stata la produzione dei «giovani» di Algardi (Ercole Ferrata, Domenico Guidi e Girolamo Lucenti) e i loro debiti nei confronti dello scultore bolognese, con approfondimenti su singole opere romane e una riflessione su alcuni degli aspetti centrali della loro ricezione. Si prosegue poi con l’assimilazione del linguaggio algardiano fuori dalla città pontificia, prendendo in considerazione casi di opere presenti realizzate da suoi allievi a Napoli, Genova, Bologna, Siena e Firenze. I viaggi di questi fuori Roma o la loro produzione in patria dopo l’apprendistato romano, così come la circolazione dei modelli del maestro in Italia nel medio e tardo Seicento, permetteranno di misurare le qualità dell’insegnamento algardiano anche alla luce delle declinazioni locali che questa lezione innescò in diversi centri di consolidata tradizione artistica. Infine, per ricapitolare le principali tematiche emerse, si utilizzeranno alcuni punti di osservazione privilegiati, quali il rapporto con l’antico, il dialogo tra pittura e scultura, le evoluzioni del rilievo tardo barocco, la fortuna nella guidistica.
2019
Settore L-ART/02 - Storia dell'Arte Moderna
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978-88-99765-22-4
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