Donatello e il pergamo del Sacro Cingolo a Prato: una nuova lettera di Michelozzo (e altri chiarimenti documentari)

An important letter by Michelozzo to the “operai” of the Sacro Cingolo di Prato (the members of the board of works for the major church in that town) is reported and published for the first time: it dates back to 1430 and is dedicated to the pulpit of the Cingolo, at that time under construction by Donatello, by Michelozzo himself, by Pagno di Lapo Portigiani and by other assistants. In the extensive commentary that precedes and follows the transcription of the letter – a document crucial to the definitive confirmation of Donatello’s role as designer and chief manager of the Prato masterpiece – numerous clarifications are introduced concerning the archival “dossier” connected to the pulpit itself. Among them we highlight here the identification of the Florentine notary ser Jacopo di ser Michele di Bonagiunta Dietiguardi da San Gimignano, chancellor of the Municipality of Prato in 1438, as the author, in that year, of one of the most remarkable testimonies concerning the entire progress of the work; also of note is the reconstruction of the curious story of a letter to the “operai” of the Sacro Cingolo entrusted in 1455 by Michelozzo and Donatello to fra Filippo Lippi, who never brought it to its destination, but instead wrote over it a debit note of his own to his former pupil and collaborator Giovanni di Francesco del Cervelliera da Rovezzano.

Si segnala e si pubblica per la prima volta un’importante lettera di Michelozzo agli “operai” del Sacro Cingolo di Prato, databile al 1430 e dedicata al pergamo del Cingolo, allora in corso di realizzazione da parte di Donatello, di Michelozzo stesso, di Pagno di Lapo Portigiani e di altri aiuti. Nell’ampio commentario che precede e che segue la trascrizione della missiva, documento cruciale per confermare definitivamente il ruolo di Donatello come progettista e responsabile principe del capolavoro pratese, sono introdotte numerose precisazioni sul “dossier” archivistico connesso al pergamo medesimo. Tra esse si evidenziano qui l’individuazione del notaio fiorentino ser Jacopo di ser Michele di Bonagiunta Dietiguardi da San Gimignano, cancelliere del Comune di Prato nel 1438, quale autore, in quell’anno, di una delle testimonianze più notevoli che riguardano l’intero progresso del lavoro; e la ricostruzione della curiosa vicenda di una lettera agli “operai” del Sacro Cingolo affidata nel 1455 da Michelozzo e Donatello a fra Filippo Lippi, il quale non la recò mai a destinazione, servendosi piuttosto di quella carta per riscriverci sopra una propria nota di debito verso il suo ex allievo e collaboratore Giovanni di Francesco del Cervelliera da Rovezzano.