VOLUME. ll volume mette in scena il fascino di un secolo compreso tra un superbo tramonto – l’ultimo Rinascimento – e il nuovo orizzonte dell’età barocca. Gli anni tra il compimento del Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina (1541) e l’affermazione a Roma di Caravaggio rappresentano uno dei periodi più avvincenti e stimolanti della storia dell’arte, in cui si snoda un percorso culturale innovativo alla ricerca di un equilibrio tra i valori eterni e quelli storici. La pittura della Maniera – rivolta a una ristretta élite in grado di compiacersi del gioco di sottili rimandi ai grandi modelli di Raffaello e di Michelangelo – viene messa in crisi dall’esigenza di piana leggibilità richiesta alle immagini dal Concilio di Trento (1545-1563), che ne ha ribadito la funzione di “libro degli illetterati”. Nella varietà delle soluzioni adottate, la ricerca avviata dagli artisti a Roma e nelle città dello Stato pontificio, tra cui spicca il caso di Bologna, produce risultati affascinanti, ma talora poco noti se non a un pubblico di specialisti. Ed è a Roma che all’inizio del Seicento, dopo le costrizioni della pittura sacra in un ambito di “arte senza tempo” (Zeri), maturano infine le novità che gettano le basi per la successiva vicenda, grazie all’incontro tra il classicismo patetico di Annibale Carracci, la vocazione pauperista di Caravaggio e il coinvolgente dinamismo di Rubens. Articolandosi in più sezioni, il volume prende in esame anche altri aspetti dell’arte di tale vicenda, dalla scultura alle nuove forme architettoniche, alla pittura di soggetto profano e al rapporto tra arte e scienza. Il percorso documentato in queste pagine tesse così un filo estetico di rimandi che illustra la nascita dell’età moderna, attraverso capolavori di Raffaello, Rosso Fiorentino, Pontormo, Correggio, Lotto, Vasari, Daniele da Volterra, Tiziano, El Greco, Muziano, Barocci, Zuccari, Pulzone e Reni.
L'Eterno e il Tempo
Luca Baroni
2018
Abstract
VOLUME. ll volume mette in scena il fascino di un secolo compreso tra un superbo tramonto – l’ultimo Rinascimento – e il nuovo orizzonte dell’età barocca. Gli anni tra il compimento del Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina (1541) e l’affermazione a Roma di Caravaggio rappresentano uno dei periodi più avvincenti e stimolanti della storia dell’arte, in cui si snoda un percorso culturale innovativo alla ricerca di un equilibrio tra i valori eterni e quelli storici. La pittura della Maniera – rivolta a una ristretta élite in grado di compiacersi del gioco di sottili rimandi ai grandi modelli di Raffaello e di Michelangelo – viene messa in crisi dall’esigenza di piana leggibilità richiesta alle immagini dal Concilio di Trento (1545-1563), che ne ha ribadito la funzione di “libro degli illetterati”. Nella varietà delle soluzioni adottate, la ricerca avviata dagli artisti a Roma e nelle città dello Stato pontificio, tra cui spicca il caso di Bologna, produce risultati affascinanti, ma talora poco noti se non a un pubblico di specialisti. Ed è a Roma che all’inizio del Seicento, dopo le costrizioni della pittura sacra in un ambito di “arte senza tempo” (Zeri), maturano infine le novità che gettano le basi per la successiva vicenda, grazie all’incontro tra il classicismo patetico di Annibale Carracci, la vocazione pauperista di Caravaggio e il coinvolgente dinamismo di Rubens. Articolandosi in più sezioni, il volume prende in esame anche altri aspetti dell’arte di tale vicenda, dalla scultura alle nuove forme architettoniche, alla pittura di soggetto profano e al rapporto tra arte e scienza. Il percorso documentato in queste pagine tesse così un filo estetico di rimandi che illustra la nascita dell’età moderna, attraverso capolavori di Raffaello, Rosso Fiorentino, Pontormo, Correggio, Lotto, Vasari, Daniele da Volterra, Tiziano, El Greco, Muziano, Barocci, Zuccari, Pulzone e Reni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.