L’intervento è diviso in due parti. Nella prima si presentano alcuni risultati emersi durante la stesura del catalogo ragionato dei disegni di Federico Barocci, riguardanti in particolare i diversi percorsi collezionistici che hanno portato le opere dal loro primo luogo di conservazione – lo studio dell’artista – alle maggiori raccolte nazionali e internazionali. Ciò fornirà spunto per riesaminare criticamente alcune fonti antiche riguardanti il ruolo del disegno, sia come pratica che come oggetto, nella bottega di Barocci. La seconda parte della presentazione è dedicata a un caso di studio specifico: la ricostruzione, sulla base di evidenze tecniche, storiche e documentarie, di una coppia di libri di disegni raccolti da Barocci durante il primo e il secondo viaggio romano (c.a. 1550-60), in un periodo di cruciale importanza per la sua formazione. In questa occasione si propone di identificare uno di tali libri con il celebre ‘libro di scarpigni’ baroccesco, raro caso di conio lessicale per una tecnica grafica da parte di un artista cinquecentesco sui cui significati non è ancora stata fatta chiarezza. In ossequio agli scopi del convegno l’intervento si conclude con una riflessione sulle questioni terminologiche riguardanti la grafica di Barocci e sulla possibilità di ricostruire, tramite il loro studio, dettagli inediti delle sue pratiche disegnative e collezionistiche.

‘Appresso a sé ed ai posteri loro’. I libri di disegni di Federico Barocci

Luca Baroni
2018

Abstract

L’intervento è diviso in due parti. Nella prima si presentano alcuni risultati emersi durante la stesura del catalogo ragionato dei disegni di Federico Barocci, riguardanti in particolare i diversi percorsi collezionistici che hanno portato le opere dal loro primo luogo di conservazione – lo studio dell’artista – alle maggiori raccolte nazionali e internazionali. Ciò fornirà spunto per riesaminare criticamente alcune fonti antiche riguardanti il ruolo del disegno, sia come pratica che come oggetto, nella bottega di Barocci. La seconda parte della presentazione è dedicata a un caso di studio specifico: la ricostruzione, sulla base di evidenze tecniche, storiche e documentarie, di una coppia di libri di disegni raccolti da Barocci durante il primo e il secondo viaggio romano (c.a. 1550-60), in un periodo di cruciale importanza per la sua formazione. In questa occasione si propone di identificare uno di tali libri con il celebre ‘libro di scarpigni’ baroccesco, raro caso di conio lessicale per una tecnica grafica da parte di un artista cinquecentesco sui cui significati non è ancora stata fatta chiarezza. In ossequio agli scopi del convegno l’intervento si conclude con una riflessione sulle questioni terminologiche riguardanti la grafica di Barocci e sulla possibilità di ricostruire, tramite il loro studio, dettagli inediti delle sue pratiche disegnative e collezionistiche.
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