Federico Barocci (Urbino 1533-1612) è stato uno dei più prolifici e innovativi disegnatori del Cinquecento. Noto principalmente per i celebri pastelli, che restano uno dei capisaldi della sua produzione, egli fu in realtà un accanito sperimentatore in tutti i rami della tecnica grafica, introducendo nuove consuetudini e perfezionando quelle già esistenti. Una fortunata catena di circostanze storiche, recentemente ricostruite per via documentaria, ha fatto sì che il principale nucleo di fogli di Barocci rimasti all’interno dello studio dopo la sua morte, ammontante a circa mille esemplari, sia sopravvissuto pressoché intatto, confluendo nelle raccolte del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e in quelle del Kupferstichkabinett di Berlino. Tali disegni coprono un periodo di oltre cinquant’anni e, essendo quasi tutti connessi a cantieri pittorici ben documentati, possono essere datati con relativa certezza. Queste singolari condizioni rendono il corpus grafico baroccesco il campo d’indagine ideale per studiare l’evoluzione di una pratica disegnativa, di uno stile o di una tecnica tra la seconda metà del Cinquecento e l’inizio del secolo successivo. Presentando i risultati inediti della recente campagna di schedatura e fotografia dei 430 disegni di Barocci custoditi al Kupferstichkabinett di Berlino, il seminario analizza l’uso della pietra rossa da parte dell’artista in un periodo compreso tra il 1550 e il 1612. Particolare attenzione sarà data agli utilizzi peculiari del mezzo in concomitanza con altre tecniche, come quella del pastello, o a pratiche di autocorrezione e riproduzione meccanica del disegno.

Disegni a pietra rossa di Federico Barocci

Luca Baroni
2019

Abstract

Federico Barocci (Urbino 1533-1612) è stato uno dei più prolifici e innovativi disegnatori del Cinquecento. Noto principalmente per i celebri pastelli, che restano uno dei capisaldi della sua produzione, egli fu in realtà un accanito sperimentatore in tutti i rami della tecnica grafica, introducendo nuove consuetudini e perfezionando quelle già esistenti. Una fortunata catena di circostanze storiche, recentemente ricostruite per via documentaria, ha fatto sì che il principale nucleo di fogli di Barocci rimasti all’interno dello studio dopo la sua morte, ammontante a circa mille esemplari, sia sopravvissuto pressoché intatto, confluendo nelle raccolte del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e in quelle del Kupferstichkabinett di Berlino. Tali disegni coprono un periodo di oltre cinquant’anni e, essendo quasi tutti connessi a cantieri pittorici ben documentati, possono essere datati con relativa certezza. Queste singolari condizioni rendono il corpus grafico baroccesco il campo d’indagine ideale per studiare l’evoluzione di una pratica disegnativa, di uno stile o di una tecnica tra la seconda metà del Cinquecento e l’inizio del secolo successivo. Presentando i risultati inediti della recente campagna di schedatura e fotografia dei 430 disegni di Barocci custoditi al Kupferstichkabinett di Berlino, il seminario analizza l’uso della pietra rossa da parte dell’artista in un periodo compreso tra il 1550 e il 1612. Particolare attenzione sarà data agli utilizzi peculiari del mezzo in concomitanza con altre tecniche, come quella del pastello, o a pratiche di autocorrezione e riproduzione meccanica del disegno.
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