In riferimento a una tradizione miniata variegata e composta di un gran numero di testimoni autonomi, si è già detto della prima acquisizione che – ribaltando il punto di osservazione, soffermandosi cioè sulle imprese gemelle e non sui prodotti unici – la presente ricerca consente di raggiungere, ovvero della possibilità di operare una prima sicura distinzione tra le imprese iconografiche derivanti da progetto autoriale e quelle facenti capo a un codice-modello già illustrato. Provando a collocarci a monte del confezionamento di ciascuno di questi codici, potremo inoltre individuare – pur con un certo margine di approssimazione – almeno due diverse dinamiche di composizione del libro, direttamente connesse alle intenzioni (esegetiche o meramente estetiche) sottese a quegli stessi approntamenti. Dedurremo agilmente che il confezionamento dei primi (corredi iconografici dipendenti da progetto autoriale), nella gran parte dei casi, avrà richiesto al miniatore coinvolto un lavoro di “traduzione” delle indicazioni (che immagineremo verbali) fornitegli da un autore e/o committente in un’immagine dapprima mentale e poi grafica, un’attività cioè, per così dire, di interpretazione: posto davanti ad alcune istruzioni, nel migliore dei casi, il miniatore individua un’immagine conforme all’indicazione fornitagli e riproduce fedelmente il frammento testuale o la peculiare lettura di quel passo suggerita dall’autore del progetto; a prescindere dalla bontà della lettura indicatagli, si fa complice della composizione di una glossa visiva o, in via alternativa, se non intende correttamente quelle stesse istruzioni, diviene responsabile dell’introduzione involontaria di «alterazioni di senso»35. In circostanze simili, fraintendimenti e banalizzazioni eventuali andranno dunque a caratterizzare la storia dell’allestimento del singolo codice e, se particolarmente insidiosi, non risulteranno sanabili (forse neanche evidenti allo studioso) a meno che non si possieda un secondo esemplare a questo affine, che valga da terreno di riscontro, o riesca di rintracciare, sulla base degli indizi disponibili, la chiave di lettura del progetto cui ricondurre eventuali deviazioni dal senso del testo. [...]

Per una filologia delle immagini: affinità iconografiche nella tradizione manoscritta della Commedia / Forte, Alessandra; relatore: Bolzoni, Lina; Scuola Normale Superiore, ciclo 30, 22-Oct-2019.

Per una filologia delle immagini: affinità iconografiche nella tradizione manoscritta della Commedia

Forte, Alessandra
2019

Abstract

In riferimento a una tradizione miniata variegata e composta di un gran numero di testimoni autonomi, si è già detto della prima acquisizione che – ribaltando il punto di osservazione, soffermandosi cioè sulle imprese gemelle e non sui prodotti unici – la presente ricerca consente di raggiungere, ovvero della possibilità di operare una prima sicura distinzione tra le imprese iconografiche derivanti da progetto autoriale e quelle facenti capo a un codice-modello già illustrato. Provando a collocarci a monte del confezionamento di ciascuno di questi codici, potremo inoltre individuare – pur con un certo margine di approssimazione – almeno due diverse dinamiche di composizione del libro, direttamente connesse alle intenzioni (esegetiche o meramente estetiche) sottese a quegli stessi approntamenti. Dedurremo agilmente che il confezionamento dei primi (corredi iconografici dipendenti da progetto autoriale), nella gran parte dei casi, avrà richiesto al miniatore coinvolto un lavoro di “traduzione” delle indicazioni (che immagineremo verbali) fornitegli da un autore e/o committente in un’immagine dapprima mentale e poi grafica, un’attività cioè, per così dire, di interpretazione: posto davanti ad alcune istruzioni, nel migliore dei casi, il miniatore individua un’immagine conforme all’indicazione fornitagli e riproduce fedelmente il frammento testuale o la peculiare lettura di quel passo suggerita dall’autore del progetto; a prescindere dalla bontà della lettura indicatagli, si fa complice della composizione di una glossa visiva o, in via alternativa, se non intende correttamente quelle stesse istruzioni, diviene responsabile dell’introduzione involontaria di «alterazioni di senso»35. In circostanze simili, fraintendimenti e banalizzazioni eventuali andranno dunque a caratterizzare la storia dell’allestimento del singolo codice e, se particolarmente insidiosi, non risulteranno sanabili (forse neanche evidenti allo studioso) a meno che non si possieda un secondo esemplare a questo affine, che valga da terreno di riscontro, o riesca di rintracciare, sulla base degli indizi disponibili, la chiave di lettura del progetto cui ricondurre eventuali deviazioni dal senso del testo. [...]
22-ott-2019
L-FIL-LET/13 FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
Letterature e filologie moderne
30
Alighieri, Dante
Alighieri, Dante. Divina Commedia
Alighieri, Dante. Divina Commedia. Codices
codex
iconography
Italian literature
Literature
Scuola Normale Superiore
Bolzoni, Lina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11384/86071
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