La fortuna di Giangiorgio Trissino (Vicenza 1478 – Roma 1550) è legata, oggi, alla sua ben nota attività di teorico in seno alla cosiddetta ‘prima questione della lingua’, nella quale si distinse come primo (in senso cronologico e gerarchico) sostenitore di un idioma comune a tutto il dominio italoromanzo, una lingua provvista di un’identità fonetica e morfologica ben definita e la cui esistenza era, per il letterato vicentino, avallata dall’autorità del De vulgari eloquentia. Al di là delle polemiche e censure cui andò incontro l’opera di questo autore a tutti i livelli della sua elaborazione e divulgazione, è indubbio che «del Trissino, teorico, grammatico, riformatore sfortunato della ortografia volgare […], la fama è stata enorme e ininterrotta nel corso dei secoli. Egli ha costituito il punto di riferimento e il precedente non trascurabile, nel consenso e nel dissenso, di tutti i dibattiti e le controversie di cui la storia linguistica italiana è tessuta sino all’Ottocento»1. L’incontestabile influenza esercitata a lungo raggio dalle tesi trissiniane nel campo delle discussioni linguistiche ha finito per mettere decisamente in ombra l’incidenza, altrettanto profonda, che il loro autore sortì in un altro settore, non estraneo al primo ma dotato di una sua precisa e autonoma specificità: quello della composizione poetica. Le realizzazioni letterarie di Trissino, dalla Sophonisba alle Rime, fino all’Italia liberata da’ Gotthi, non sono altro che il frutto di una riflessione teorica orientata lungo un sistema predeterminato di coordinate culturali e modellata sul filo di una tensione normativa operante a tutti i livelli della composizione: linguistico, retorico, metrico, stilistico, tematico. Una riflessione composita, policentrica, problematica, che Trissino convogliò in un trattato a essa dedicato, un’opera che divenne fin da subito uno dei punti di riferimento nel dibattito letterario del XVI secolo e oltre, in grado di dare vita a una vera e propria ‘questione poetica’ in costante rapporto sinergico con il problema linguistico, quest’ultimo dotato di un’autonomia solo apparente in virtù dello straordinario risalto conferitogli dall’esperienza bembesca.

Le divisioni I e II della Poetica di Giangiorgio Trissino. Edizione critica e commento / Magnani, Nicolo'; relatore: D'Onghia, Luca; Scuola Normale Superiore, ciclo 31, 24-Oct-2019.

Le divisioni I e II della Poetica di Giangiorgio Trissino. Edizione critica e commento

Magnani, Nicolo'
2019

Abstract

La fortuna di Giangiorgio Trissino (Vicenza 1478 – Roma 1550) è legata, oggi, alla sua ben nota attività di teorico in seno alla cosiddetta ‘prima questione della lingua’, nella quale si distinse come primo (in senso cronologico e gerarchico) sostenitore di un idioma comune a tutto il dominio italoromanzo, una lingua provvista di un’identità fonetica e morfologica ben definita e la cui esistenza era, per il letterato vicentino, avallata dall’autorità del De vulgari eloquentia. Al di là delle polemiche e censure cui andò incontro l’opera di questo autore a tutti i livelli della sua elaborazione e divulgazione, è indubbio che «del Trissino, teorico, grammatico, riformatore sfortunato della ortografia volgare […], la fama è stata enorme e ininterrotta nel corso dei secoli. Egli ha costituito il punto di riferimento e il precedente non trascurabile, nel consenso e nel dissenso, di tutti i dibattiti e le controversie di cui la storia linguistica italiana è tessuta sino all’Ottocento»1. L’incontestabile influenza esercitata a lungo raggio dalle tesi trissiniane nel campo delle discussioni linguistiche ha finito per mettere decisamente in ombra l’incidenza, altrettanto profonda, che il loro autore sortì in un altro settore, non estraneo al primo ma dotato di una sua precisa e autonoma specificità: quello della composizione poetica. Le realizzazioni letterarie di Trissino, dalla Sophonisba alle Rime, fino all’Italia liberata da’ Gotthi, non sono altro che il frutto di una riflessione teorica orientata lungo un sistema predeterminato di coordinate culturali e modellata sul filo di una tensione normativa operante a tutti i livelli della composizione: linguistico, retorico, metrico, stilistico, tematico. Una riflessione composita, policentrica, problematica, che Trissino convogliò in un trattato a essa dedicato, un’opera che divenne fin da subito uno dei punti di riferimento nel dibattito letterario del XVI secolo e oltre, in grado di dare vita a una vera e propria ‘questione poetica’ in costante rapporto sinergico con il problema linguistico, quest’ultimo dotato di un’autonomia solo apparente in virtù dello straordinario risalto conferitogli dall’esperienza bembesca.
24-ott-2019
L-FIL-LET/10 LETTERATURA ITALIANA
Letteratura e storia della lingua italiana
31
Italian literature
Literature
Trissino, Giangiorgio
Trissino, Giangiorgio. Poetica. Critical edition and commentary
Scuola Normale Superiore
D'Onghia, Luca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11384/86095
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