[...] Obiettivo di questa dissertazione non sarà fornire un altro quadro d’insieme dei Misteri (sebbene capiterà talvolta di avanzare proposte interpretative su aspetti ancora controversi dei culti), ma indagare come e a quale fine la tematica e il linguaggio misterici vengano utilizzati da Platone nell’arco di una lunga produzione filosofica. La sua opera presenta numerosi richiami espliciti ai culti eleusini, orfici, coribantici e dionisiaci, costituendo una fonte autorevole, ma talvolta fuorviante, per gli studiosi, e nasconde pattern iniziatici e riferimenti impliciti ai Misteri. Solo di rado questi riferimenti hanno il semplice valore di immagine, di termine di paragone; più spesso comunicano qualcosa di molto profondo. L’appropriazione di un linguaggio tecnico religioso specializzato è intesa a suggerire un’analogia con l’ambito in cui quel linguaggio costituiva un codice e una chiave ermeneutica. Sarà nostro compito capire quale sia l’analogia, le analogie o addirittura le coincidenze che Platone sta cercando di indicare. Le dinamiche della trasmissione di conoscenze segrete nei Misteri possono aiutarci a indagare un tema ancora poco studiato come le modalità della trasmissione del sapere nelle scuole filosofiche del mondo antico. Ai fini di questo lavoro, sarà necessario limitare la nostra attenzione all’Accademia di Platone all’epoca del suo scolarcato. Dovremmo, quindi, rispondere sin da subito a una vexata quaestio: quella di Platone era una sapienza segreta? E se sì, in che senso lo era? Nella sua scuola Platone insegnava ciò che possiamo leggere nei dialoghi e discuteva con i discepoli ciò che avrebbe poi messo per iscritto o i dialoghi ci danno un’idea solo della propedeutica all’insegnamento diretto del maestro, il cui contenuto va qualitativamente oltre quello degli scritti divulgati? [...]
Platone e i culti misterici : studio della funzione dei riferimenti misterici nell’opera platonica / Corsino, Giulia Sara; relatore esterno: Most, Glenn W.; Scuola Normale Superiore, 2019.
Platone e i culti misterici : studio della funzione dei riferimenti misterici nell’opera platonica
Corsino, Giulia Sara
2019
Abstract
[...] Obiettivo di questa dissertazione non sarà fornire un altro quadro d’insieme dei Misteri (sebbene capiterà talvolta di avanzare proposte interpretative su aspetti ancora controversi dei culti), ma indagare come e a quale fine la tematica e il linguaggio misterici vengano utilizzati da Platone nell’arco di una lunga produzione filosofica. La sua opera presenta numerosi richiami espliciti ai culti eleusini, orfici, coribantici e dionisiaci, costituendo una fonte autorevole, ma talvolta fuorviante, per gli studiosi, e nasconde pattern iniziatici e riferimenti impliciti ai Misteri. Solo di rado questi riferimenti hanno il semplice valore di immagine, di termine di paragone; più spesso comunicano qualcosa di molto profondo. L’appropriazione di un linguaggio tecnico religioso specializzato è intesa a suggerire un’analogia con l’ambito in cui quel linguaggio costituiva un codice e una chiave ermeneutica. Sarà nostro compito capire quale sia l’analogia, le analogie o addirittura le coincidenze che Platone sta cercando di indicare. Le dinamiche della trasmissione di conoscenze segrete nei Misteri possono aiutarci a indagare un tema ancora poco studiato come le modalità della trasmissione del sapere nelle scuole filosofiche del mondo antico. Ai fini di questo lavoro, sarà necessario limitare la nostra attenzione all’Accademia di Platone all’epoca del suo scolarcato. Dovremmo, quindi, rispondere sin da subito a una vexata quaestio: quella di Platone era una sapienza segreta? E se sì, in che senso lo era? Nella sua scuola Platone insegnava ciò che possiamo leggere nei dialoghi e discuteva con i discepoli ciò che avrebbe poi messo per iscritto o i dialoghi ci danno un’idea solo della propedeutica all’insegnamento diretto del maestro, il cui contenuto va qualitativamente oltre quello degli scritti divulgati? [...]File | Dimensione | Formato | |
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