Giunto a Roma dalla natale Cordova verso l’inizio dell’età augustea, Seneca il Vecchio sarà spinto dalla passione per la retorica a frequentare negli anni successivi tutti i principali retori e scuole di retorica della capitale, finchè, quasi al termine della sua lunga vita, che abbraccia per intero i regni di Augusto e Tiberio, egli si dispone a raccogliere i ricordi di questa assidua frequentazione nell’opera Oratorum et rhetorum sententiae divisiones colores: un’opera che costituisce per noi il fondamentale strumento per la conoscenza e lo studio della retorica della prima età imperiale, con il suo prodotto più tipico, la declamazione. Fenomeno fra i più controversi della storia letteraria latina, spesso bersaglio di critiche e ironie feroci da parte degli osservatori contemporanei (ma anche dei moderni), la declamazione ricopre in realtà un ruolo di assoluta centralità nella cultura e nel dibattito culturale dell’epoca, fino a improntare di sé tutta quella particolare fase che segna il passaggio dall’età ‘aurea’ a quella ‘argentea’ della letteratura latina. Avvalendosi dunque della guida preziosa di Seneca, questo libro esplora i caratteri più notevoli e significativi del genere declamatorio, che rendono ragione del suo successo e della sua importanza, e ne segue in particolare un duplice percorso: un percorso interno, per cui la declamazione, rispetto alla funzione originaria di esercizio propedeutico all’oratoria forense, si muta via via in qualcosa d’altro, assume lo status di un genere autonomo, acquisendo anche grazie a questo maggiore radicamento e capacità di incidenza; e poi un percorso verso l’esterno, che vede la retorica declamatoria estendere la sua influenza su generi e forme letterarie diverse, segnando davvero su questo terreno la sua piena affermazione.
Scholasticorum studia. Seneca il Vecchio e la cultura retorica e letteraria della prima età imperiale
BERTI, Emanuele
2007
Abstract
Giunto a Roma dalla natale Cordova verso l’inizio dell’età augustea, Seneca il Vecchio sarà spinto dalla passione per la retorica a frequentare negli anni successivi tutti i principali retori e scuole di retorica della capitale, finchè, quasi al termine della sua lunga vita, che abbraccia per intero i regni di Augusto e Tiberio, egli si dispone a raccogliere i ricordi di questa assidua frequentazione nell’opera Oratorum et rhetorum sententiae divisiones colores: un’opera che costituisce per noi il fondamentale strumento per la conoscenza e lo studio della retorica della prima età imperiale, con il suo prodotto più tipico, la declamazione. Fenomeno fra i più controversi della storia letteraria latina, spesso bersaglio di critiche e ironie feroci da parte degli osservatori contemporanei (ma anche dei moderni), la declamazione ricopre in realtà un ruolo di assoluta centralità nella cultura e nel dibattito culturale dell’epoca, fino a improntare di sé tutta quella particolare fase che segna il passaggio dall’età ‘aurea’ a quella ‘argentea’ della letteratura latina. Avvalendosi dunque della guida preziosa di Seneca, questo libro esplora i caratteri più notevoli e significativi del genere declamatorio, che rendono ragione del suo successo e della sua importanza, e ne segue in particolare un duplice percorso: un percorso interno, per cui la declamazione, rispetto alla funzione originaria di esercizio propedeutico all’oratoria forense, si muta via via in qualcosa d’altro, assume lo status di un genere autonomo, acquisendo anche grazie a questo maggiore radicamento e capacità di incidenza; e poi un percorso verso l’esterno, che vede la retorica declamatoria estendere la sua influenza su generi e forme letterarie diverse, segnando davvero su questo terreno la sua piena affermazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.