Chi consideri le lingue romanze senza includere le varietà dialettali si priva della conoscenza puntuale dello spettro multiforme di variazione che la Romania per ogni tratto presenta, ed insieme di una chiave insostituibile per la comprensione delle strutture linguistiche romanze, di sicura rilevanza anche per gli studi di tipologia linguistica in generale. Il caso che discutiamo nel presente lavoro è proprio quello di una caratteristica tipologica singolare, non solo ignota alle lingue romanze standard, bensì anche – che noi si sappia – mai prima descritta per alcuna altra lingua. È ben noto, infatti, dalla bibliografia in tipologia linguistica, come il marcamento del numero sul nome possa, in alcune lingue, risultare sensibile al contesto sintattico (così, ad es., in turco e ungherese, per cui si rinvia a Corbett 1991, 2000, nonché nell’orizzonte romanzo, in varietà (non standard) come il lunigianino (v. Loporcaro 1994; Manzini e Savoia 2005:619-622; Pomino 2008) e alcuni dialetti ladini (v. Apollonio 1930:27, Elwert 1943:113, D’Alessandro e Pescarini in stampa:21-22). D’altro canto, i trattati di tipologia linguistica non registrano casi di simile dipendenza sintattica per il marcamento dei valori della categoria del genere. È proprio quel che accade nel dialetto marchigiano di Ripatransone (prov. Ascoli Piceno), varietà già da anni oggetto di studio e di analisi, in particolare in riferimento al marcamento del genere sul verbo finito, che rappresenta un aspetto di assoluta rarità in ambito indoeuropeo (v. Parrino 1967, Mancini 1993, Loporcaro 1997 e più di recente lavori di sintassi teorica quali D’Alessandro 2010, Ledgeway 2012:299-310). Un altro aspetto complementare del marcamento del genere, d’altronde, benché ben descritto da Harder (1988), non è stato ulteriormente tematizzato negli studi tipologici e di linguistica generale: in ripano infatti il sostantivo reca una marca flessiva di genere, configurando un caso di genere manifesto. Tale affermazione sarebbe però fuorviante, se non precisata: il marcamento, infatti, non si ha in tutti i contesti sintattici né per tutti i valori dei tratti di genere e numero, ma è ristretto ad alcuni soltanto. Nei nomi maschili, ad esempio, lo si ha in assenza di determinanti (1), ma non quando il nome sia accompagnato dall’articolo determinativo (2): (1) Flessione forte (Harder 1988: 114-121) N M F SG ˈsala ˈfijju frəˈkine PL ˈfijji frəˈkina ‘sale’ ‘figlio / figli’ ‘bimba / bimbe’ (2) Flessione debole (Harder 1988: 114-121) N M F SG lə ˈsala lu ˈfijja le frəˈkine PL li ˈfijja lə frəˈkina ‘il sale’ ‘il figlio / i figli’ ‘la bimba / le bimbe’ I sostantivi maschili recano dunque marcamento di genere solo quando si trovano nella configurazione sintattica appropriata, distribuzione che rammenta quella della flessione forte e debole dell’aggettivo in tedesco, salvo che lì si tratta della flessione non già del nome bensì di un bersaglio dell’accordo (di genere, numero e caso). Il nostro lavoro si propone di approfondire lo studio di questo fenomeno attraverso lo spoglio di testi scritti dai parlanti (un dizionario, note grammaticali, raccolte di poesie e di racconti, raccolte di proverbi) e l’analisi di nuovi dati raccolti in inchieste sul campo mirate. I questionari sono stati costruiti in modo da testare l’accordo di genere sui bersagli e il marcamento di genere sui controllori, tenendo conto delle loro proprietà morfologiche (l’appartenenza ad una determinata classe di flessione), morfosintattiche (i valori di genere e numero) e sintattiche (il contesto in cui occorrono). Ne risulterà una classificazione dell’interazione tra contesto sintattico e marcamento di genere manifesto sul controllore più raffinata di quella attualmente disponibile in letteratura, utile per progredire nella comprensione della categoria del genere grammaticale.

Il genere in ripano : manifesto ma sub condicione

Loporcaro, Michele
2018

Abstract

Chi consideri le lingue romanze senza includere le varietà dialettali si priva della conoscenza puntuale dello spettro multiforme di variazione che la Romania per ogni tratto presenta, ed insieme di una chiave insostituibile per la comprensione delle strutture linguistiche romanze, di sicura rilevanza anche per gli studi di tipologia linguistica in generale. Il caso che discutiamo nel presente lavoro è proprio quello di una caratteristica tipologica singolare, non solo ignota alle lingue romanze standard, bensì anche – che noi si sappia – mai prima descritta per alcuna altra lingua. È ben noto, infatti, dalla bibliografia in tipologia linguistica, come il marcamento del numero sul nome possa, in alcune lingue, risultare sensibile al contesto sintattico (così, ad es., in turco e ungherese, per cui si rinvia a Corbett 1991, 2000, nonché nell’orizzonte romanzo, in varietà (non standard) come il lunigianino (v. Loporcaro 1994; Manzini e Savoia 2005:619-622; Pomino 2008) e alcuni dialetti ladini (v. Apollonio 1930:27, Elwert 1943:113, D’Alessandro e Pescarini in stampa:21-22). D’altro canto, i trattati di tipologia linguistica non registrano casi di simile dipendenza sintattica per il marcamento dei valori della categoria del genere. È proprio quel che accade nel dialetto marchigiano di Ripatransone (prov. Ascoli Piceno), varietà già da anni oggetto di studio e di analisi, in particolare in riferimento al marcamento del genere sul verbo finito, che rappresenta un aspetto di assoluta rarità in ambito indoeuropeo (v. Parrino 1967, Mancini 1993, Loporcaro 1997 e più di recente lavori di sintassi teorica quali D’Alessandro 2010, Ledgeway 2012:299-310). Un altro aspetto complementare del marcamento del genere, d’altronde, benché ben descritto da Harder (1988), non è stato ulteriormente tematizzato negli studi tipologici e di linguistica generale: in ripano infatti il sostantivo reca una marca flessiva di genere, configurando un caso di genere manifesto. Tale affermazione sarebbe però fuorviante, se non precisata: il marcamento, infatti, non si ha in tutti i contesti sintattici né per tutti i valori dei tratti di genere e numero, ma è ristretto ad alcuni soltanto. Nei nomi maschili, ad esempio, lo si ha in assenza di determinanti (1), ma non quando il nome sia accompagnato dall’articolo determinativo (2): (1) Flessione forte (Harder 1988: 114-121) N M F SG ˈsala ˈfijju frəˈkine PL ˈfijji frəˈkina ‘sale’ ‘figlio / figli’ ‘bimba / bimbe’ (2) Flessione debole (Harder 1988: 114-121) N M F SG lə ˈsala lu ˈfijja le frəˈkine PL li ˈfijja lə frəˈkina ‘il sale’ ‘il figlio / i figli’ ‘la bimba / le bimbe’ I sostantivi maschili recano dunque marcamento di genere solo quando si trovano nella configurazione sintattica appropriata, distribuzione che rammenta quella della flessione forte e debole dell’aggettivo in tedesco, salvo che lì si tratta della flessione non già del nome bensì di un bersaglio dell’accordo (di genere, numero e caso). Il nostro lavoro si propone di approfondire lo studio di questo fenomeno attraverso lo spoglio di testi scritti dai parlanti (un dizionario, note grammaticali, raccolte di poesie e di racconti, raccolte di proverbi) e l’analisi di nuovi dati raccolti in inchieste sul campo mirate. I questionari sono stati costruiti in modo da testare l’accordo di genere sui bersagli e il marcamento di genere sui controllori, tenendo conto delle loro proprietà morfologiche (l’appartenenza ad una determinata classe di flessione), morfosintattiche (i valori di genere e numero) e sintattiche (il contesto in cui occorrono). Ne risulterà una classificazione dell’interazione tra contesto sintattico e marcamento di genere manifesto sul controllore più raffinata di quella attualmente disponibile in letteratura, utile per progredire nella comprensione della categoria del genere grammaticale.
2018
Settore L-LIN/01 - Glottologia e Linguistica
Settore L-FIL-LET/09 - Filologia e Linguistica Romanza
Atti del XXVIII Congresso internazionale di linguistica e filologia romanza (Roma, 18-23 luglio 2016)
ELiPhi Éditions de Linguistique et de Philologie
Morfosintassi; genere manifesto; dialetti italo-romanzi; ripatransone
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11384/132002
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