Il plasticatore modenese Antonio Begarelli (1499-1565) fu un protagonista della scultura italiana del Cinquecento, nonché tra gli interpreti più raffinati del raffaellismo in Emilia. A detta di Giorgio Vasari (1568), l’artista si attirò anche l’ammirazione di Michelangelo, che apprezzava in particolare la cromia bianca delle sue opere in terracotta, a imitazione del marmo. In questa sede si è proposto di restituire a Begarelli due figure fittili raffiguranti i santi Vitale e Agricola, conservate nell’omonima chiesa bolognese e pressoché sconosciute in letteratura. L’attribuzione, avanzata sulla base delle evidenze stilistiche, trova un appoggio non meno importante anche nell’identità dei committenti, le monache benedettine già residenti nell’annesso convento, presso cui infatti le due opere si trovavano in origine, come dimostrato dalle nuove ricerche archivistiche sempre qui presentate. La familiarità professionale di Begarelli con quella confraternita è ben nota, al punto che a partire dagli anni trenta la sua attività fu legata quasi esclusivamente alle richieste dell’ordine benedettino. Per quanto concerne la cronologia, le due terrecotte possono essere collocate negli anni quaranta, e permettono quindi di gettare nuova luce sulla scultura a Bologna intorno alla metà del Cinquecento. Alla fine dell’intervento, si approfondiscono anche le tangenze e gli eventuali debiti di Begarelli con la cultura figurativa di Bologna, in cui l’artista, probabilmente, passò anche in gioventù, nei primissimi anni venti, forse al seguito di Alfonso Lombardi.
Antonio Begarelli a Bologna
Annibali, Luca
2021
Abstract
Il plasticatore modenese Antonio Begarelli (1499-1565) fu un protagonista della scultura italiana del Cinquecento, nonché tra gli interpreti più raffinati del raffaellismo in Emilia. A detta di Giorgio Vasari (1568), l’artista si attirò anche l’ammirazione di Michelangelo, che apprezzava in particolare la cromia bianca delle sue opere in terracotta, a imitazione del marmo. In questa sede si è proposto di restituire a Begarelli due figure fittili raffiguranti i santi Vitale e Agricola, conservate nell’omonima chiesa bolognese e pressoché sconosciute in letteratura. L’attribuzione, avanzata sulla base delle evidenze stilistiche, trova un appoggio non meno importante anche nell’identità dei committenti, le monache benedettine già residenti nell’annesso convento, presso cui infatti le due opere si trovavano in origine, come dimostrato dalle nuove ricerche archivistiche sempre qui presentate. La familiarità professionale di Begarelli con quella confraternita è ben nota, al punto che a partire dagli anni trenta la sua attività fu legata quasi esclusivamente alle richieste dell’ordine benedettino. Per quanto concerne la cronologia, le due terrecotte possono essere collocate negli anni quaranta, e permettono quindi di gettare nuova luce sulla scultura a Bologna intorno alla metà del Cinquecento. Alla fine dell’intervento, si approfondiscono anche le tangenze e gli eventuali debiti di Begarelli con la cultura figurativa di Bologna, in cui l’artista, probabilmente, passò anche in gioventù, nei primissimi anni venti, forse al seguito di Alfonso Lombardi.File | Dimensione | Formato | |
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