Ricchi mecenati e ordini religiosi favorirono nel Seicento l'arrivo in Toscana di pitture napoletane anche in ambiti diversi dalla collezione privata, in particolare nei luoghi di culto. Il fenomeno raggiunse il suo apice nel nono decennio del secolo grazie al soggiorno di Luca Giordano, per poi esaurirsi quasi improvvisamente. Il Settecento napoletano non sembra aver lasciato tracce nelle chiese toscane, se non fosse per un 'San Gennaro' di Francesco De Mura nella centrale chiesa di San Michele in Borgo a Pisa, eseguito nel 1762 ma collocato nel tempio solo nel 1775. L'opera, anche se rimase un episodio isolato, godette di una certa notorietà locale e fu quasi sempre citata dalle guide fin dalla fine del Settecento, ma è stata poi erroneamente ritenuta perduta nel bombardamento che semidistrusse San Michele il 20 giugno 1944. Anche gli studi demuriani non hanno intercettato la tela pisana, geograficamente eccentrica rispetto alla produzione dell'artista. La presente ricerca, dunque, vuole riportare all'attenzione questa interessante opera della tarda attività di De Mura, cercando di ricostruirne modelli, vicenda storica e committenza. Quest'ultima vede una singolare congiuntura al tempo stesso pubblica e privata, il cui protagonista fu il conte pisano Giacinto Catanti, cognato del marchese – pure toscano – Bernardo Tanucci, deus ex machina della politica dei reami di Napoli e Sicilia dal 1734 al 1776 grazie al quale il nostro committente poté svolgere, dal 1762 al 1775, una carriera diplomatica per conto della monarchia borbonica.

Una tela dimenticata di Francesco De Mura a Pisa e la sua committenza

Scordella, Gioele
2022

Abstract

Ricchi mecenati e ordini religiosi favorirono nel Seicento l'arrivo in Toscana di pitture napoletane anche in ambiti diversi dalla collezione privata, in particolare nei luoghi di culto. Il fenomeno raggiunse il suo apice nel nono decennio del secolo grazie al soggiorno di Luca Giordano, per poi esaurirsi quasi improvvisamente. Il Settecento napoletano non sembra aver lasciato tracce nelle chiese toscane, se non fosse per un 'San Gennaro' di Francesco De Mura nella centrale chiesa di San Michele in Borgo a Pisa, eseguito nel 1762 ma collocato nel tempio solo nel 1775. L'opera, anche se rimase un episodio isolato, godette di una certa notorietà locale e fu quasi sempre citata dalle guide fin dalla fine del Settecento, ma è stata poi erroneamente ritenuta perduta nel bombardamento che semidistrusse San Michele il 20 giugno 1944. Anche gli studi demuriani non hanno intercettato la tela pisana, geograficamente eccentrica rispetto alla produzione dell'artista. La presente ricerca, dunque, vuole riportare all'attenzione questa interessante opera della tarda attività di De Mura, cercando di ricostruirne modelli, vicenda storica e committenza. Quest'ultima vede una singolare congiuntura al tempo stesso pubblica e privata, il cui protagonista fu il conte pisano Giacinto Catanti, cognato del marchese – pure toscano – Bernardo Tanucci, deus ex machina della politica dei reami di Napoli e Sicilia dal 1734 al 1776 grazie al quale il nostro committente poté svolgere, dal 1762 al 1775, una carriera diplomatica per conto della monarchia borbonica.
2022
Settore L-ART/02 - Storia dell'Arte Moderna
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