L'articolo studia le 253 riprese fotografiche (oggi documentate da negativi e da provini a contatto) dedicate nel 1965 dal fotografo Ugo Mulas all’artista americano Jasper Johns mentre eseguiva la replica di un suo disegno del 1960, 0 through 9. Questa documentazione fotografica permette di ricostruire nel dettaglio la procedura esecutiva della replica del 1965. Ma apre anche uno spiraglio sulle intenzioni e sul significato del cruciale, precedente ciclo di dipinti e disegni di Johns del 1960-1961 intitolati 0 through 9: l’artista non esegue infatti la serie dei numeri secondo la progressiva sequenza numerica da 0 a 9 ma sembra affrontare il foglio come un campo visivo astratto, considerando i numerali come forme pure in relazione reciproca l’una con l’altra. Questa conclusione permette anche di rileggere in una prospettiva diversa i fogli preparatori al ciclo del 1960. L’analisi dei negativi e dei provini a contatto si allarga poi al significato che questo specifico reportage assunse nel lavoro di Mulas: i più tardi (circa 1970) montaggi dei provini a contatto in grandi pannelli autonomi rivelano la sua volontà di riflettere sul significato della sequenza fotografica, in dialogo con le coeve necessità di documentazione della performance artistica.
Ugo Mulas fotografa Jasper Johns: 0 through 9 in una sequenza di riprese del 1965
Fergonzi, Flavio
2023
Abstract
L'articolo studia le 253 riprese fotografiche (oggi documentate da negativi e da provini a contatto) dedicate nel 1965 dal fotografo Ugo Mulas all’artista americano Jasper Johns mentre eseguiva la replica di un suo disegno del 1960, 0 through 9. Questa documentazione fotografica permette di ricostruire nel dettaglio la procedura esecutiva della replica del 1965. Ma apre anche uno spiraglio sulle intenzioni e sul significato del cruciale, precedente ciclo di dipinti e disegni di Johns del 1960-1961 intitolati 0 through 9: l’artista non esegue infatti la serie dei numeri secondo la progressiva sequenza numerica da 0 a 9 ma sembra affrontare il foglio come un campo visivo astratto, considerando i numerali come forme pure in relazione reciproca l’una con l’altra. Questa conclusione permette anche di rileggere in una prospettiva diversa i fogli preparatori al ciclo del 1960. L’analisi dei negativi e dei provini a contatto si allarga poi al significato che questo specifico reportage assunse nel lavoro di Mulas: i più tardi (circa 1970) montaggi dei provini a contatto in grandi pannelli autonomi rivelano la sua volontà di riflettere sul significato della sequenza fotografica, in dialogo con le coeve necessità di documentazione della performance artistica.File | Dimensione | Formato | |
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