Pomponio Torelli (1539-1608) riveste un ruolo di primo piano nella storia culturale e politica della Parma farnesiana del secondo Cinquecento. Principale animatore dell’Accademia degli Innominati, coltivò per tutta la vita l’arte letteraria intervenendo con personale originalità nella produzione drammaturgica (le tragedie Merope e Tancredi lo destinarono a fama duratura), nelle esperienze di scrittura e teoresi poetica, nella trattatistica filosofica e nel nascente genere romanzesco. Fu proprio il prestigio conquistato in ambito culturale a garantirgli la fiducia della casata farnesiana, che gli affidò delicate missioni diplomatiche di respiro europeo. Al fine di riportare alla conoscenza la figura intellettuale e l’opera del poeta, nonché il contesto storico culturale parmense che lo vide protagonista, il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Parma e la cooperativa di servizi culturali L’Argonauta hanno ideato un articolato progetto editoriale volto a fornire un’edizione filologicamente accertata delle opere manoscritte e a stampa del poeta parmense, progetto che questo volume inaugura con la pubblicazione delle sillogi poetiche e del Trattato della poesia lirica. Protagonista della complessa riformulazione dei generi e degli stili rinascimentali elaborata nell’età del Tasso, Torelli vede costantemente il proprio profilo di lirico rispecchiarsi in quello di teorico, nella ricerca laboriosa di un pensiero e di uno stile che assumano anche una valenza esemplare: Torelli sarà infatti il primo, col Trattato, a passare da un approccio alla poesia lirica prevalentemente descrittivo a una sistematica e autonoma teorizzazione che non solo ne riconosce la pari dignità rispetto all’epica e alla tragedia, ma che partendo dall’indagine sulle «regole» interne del genere giunge a formulare «qualche norma per la quale altri rettamente componghi». Soglia di questa attività bifronte, i Carminum libri sex – di cui è qui offerta una ricca e ragionata antologia – rappresentano con la loro varietas tonale e metrica, con la finezza dell’arte allusiva e la perizia nel riuso di strutture e iuncturae, una significativa testimonianza dell’impegno dell’umanista Torelli a perpetuare lungo il solco della tradizione poetica occidentale il perfetto matrimonio tra poësis e doctrina, ingegno e arte, definendo così un vasto repertorio topico ereditato dalla precedente poesia neolatina che riverserà anche nel versante poetico volgare. Nelle Rime lo sviluppo della vicenda amorosa non viene pertanto pacificamente circoscritta entro i domini petrarcheschi di un ripensamento dell’esperienza giovanile culminante in un ravvedimento di carattere religioso, ma allarga il proprio orizzonte di riferimenti tematici, stilistici e strutturali all’esemplare percorso di salvezza dantesco. Temi, situazioni, toni e immagini per la maggior parte già affrontati nelle Rime vengono poi da Torelli ripresi negli Scherzi poetici e fatti qui reagire con la maggior flessibilità metrico-sintattica e con la più intensa visualità offerte dalla forma-madrigale, peculiarità di una scrittura lirica che non mira più a segnare figuralmente un percorso di aristotelica catarsi, ma si concentra nella composizione di un ritratto per frammenti dell’individuo-poeta.

Scherzi poetici

TORRE, ANDREA
2008

Abstract

Pomponio Torelli (1539-1608) riveste un ruolo di primo piano nella storia culturale e politica della Parma farnesiana del secondo Cinquecento. Principale animatore dell’Accademia degli Innominati, coltivò per tutta la vita l’arte letteraria intervenendo con personale originalità nella produzione drammaturgica (le tragedie Merope e Tancredi lo destinarono a fama duratura), nelle esperienze di scrittura e teoresi poetica, nella trattatistica filosofica e nel nascente genere romanzesco. Fu proprio il prestigio conquistato in ambito culturale a garantirgli la fiducia della casata farnesiana, che gli affidò delicate missioni diplomatiche di respiro europeo. Al fine di riportare alla conoscenza la figura intellettuale e l’opera del poeta, nonché il contesto storico culturale parmense che lo vide protagonista, il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Parma e la cooperativa di servizi culturali L’Argonauta hanno ideato un articolato progetto editoriale volto a fornire un’edizione filologicamente accertata delle opere manoscritte e a stampa del poeta parmense, progetto che questo volume inaugura con la pubblicazione delle sillogi poetiche e del Trattato della poesia lirica. Protagonista della complessa riformulazione dei generi e degli stili rinascimentali elaborata nell’età del Tasso, Torelli vede costantemente il proprio profilo di lirico rispecchiarsi in quello di teorico, nella ricerca laboriosa di un pensiero e di uno stile che assumano anche una valenza esemplare: Torelli sarà infatti il primo, col Trattato, a passare da un approccio alla poesia lirica prevalentemente descrittivo a una sistematica e autonoma teorizzazione che non solo ne riconosce la pari dignità rispetto all’epica e alla tragedia, ma che partendo dall’indagine sulle «regole» interne del genere giunge a formulare «qualche norma per la quale altri rettamente componghi». Soglia di questa attività bifronte, i Carminum libri sex – di cui è qui offerta una ricca e ragionata antologia – rappresentano con la loro varietas tonale e metrica, con la finezza dell’arte allusiva e la perizia nel riuso di strutture e iuncturae, una significativa testimonianza dell’impegno dell’umanista Torelli a perpetuare lungo il solco della tradizione poetica occidentale il perfetto matrimonio tra poësis e doctrina, ingegno e arte, definendo così un vasto repertorio topico ereditato dalla precedente poesia neolatina che riverserà anche nel versante poetico volgare. Nelle Rime lo sviluppo della vicenda amorosa non viene pertanto pacificamente circoscritta entro i domini petrarcheschi di un ripensamento dell’esperienza giovanile culminante in un ravvedimento di carattere religioso, ma allarga il proprio orizzonte di riferimenti tematici, stilistici e strutturali all’esemplare percorso di salvezza dantesco. Temi, situazioni, toni e immagini per la maggior parte già affrontati nelle Rime vengono poi da Torelli ripresi negli Scherzi poetici e fatti qui reagire con la maggior flessibilità metrico-sintattica e con la più intensa visualità offerte dalla forma-madrigale, peculiarità di una scrittura lirica che non mira più a segnare figuralmente un percorso di aristotelica catarsi, ma si concentra nella composizione di un ritratto per frammenti dell’individuo-poeta.
2008
Guanda
Scherzi poetici
TORELLI P
9788860888686
Torelli; poesia; trattato; manierismo; rinascimento; parma
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