L’ode 3.12 di Orazio, tra le meno studiate del poeta, presenta alcune singolarità formali e tematiche (la ‘simulazione’ della voce femminile, il lamento per la condizione di vita della donna, privata dei piaceri concessi ai coetanei maschi, etc.) che per certi aspetti la assimilano alle Heroides di Ovidio. L’ode, un originale sviluppo di un testo-modello di Alceo a noi pervenuto solo in forma frammentaria, e la cui protagonista, Neobule, richiama un famoso personaggio di Archiloco, mette in scena un confronto culturale tra mondo greco e mondo romano, sul quale si innesta un altro, marcato confronto di gender, di genere sessuale. Il tema presenta vistosi e importanti paralleli con altri autori latini e greci (da Ovidio a Museo fino ad Agazia, per poi passare ad alcuni grandi testi della letteratura europea) e sembra rinviare a una sua diffusa presenza, solo parzialmente documentata, nella cultura letteraria ellenistica. La tematica amorosa, e l’adozione di un punto di vista (se non della stessa voce) femminile, accostano quest’ode oraziana all’elegia erotica latina, e in particolare a Sulpicia, aprendo uno spiraglio sull’universo del ‘desiderio femminile’ che arricchisce sensibilmente la nostra immagine di Orazio.
Il lamento di Neobule (carm. 3.12): un’eroide oraziana?
Rosati, Gianpiero
2016
Abstract
L’ode 3.12 di Orazio, tra le meno studiate del poeta, presenta alcune singolarità formali e tematiche (la ‘simulazione’ della voce femminile, il lamento per la condizione di vita della donna, privata dei piaceri concessi ai coetanei maschi, etc.) che per certi aspetti la assimilano alle Heroides di Ovidio. L’ode, un originale sviluppo di un testo-modello di Alceo a noi pervenuto solo in forma frammentaria, e la cui protagonista, Neobule, richiama un famoso personaggio di Archiloco, mette in scena un confronto culturale tra mondo greco e mondo romano, sul quale si innesta un altro, marcato confronto di gender, di genere sessuale. Il tema presenta vistosi e importanti paralleli con altri autori latini e greci (da Ovidio a Museo fino ad Agazia, per poi passare ad alcuni grandi testi della letteratura europea) e sembra rinviare a una sua diffusa presenza, solo parzialmente documentata, nella cultura letteraria ellenistica. La tematica amorosa, e l’adozione di un punto di vista (se non della stessa voce) femminile, accostano quest’ode oraziana all’elegia erotica latina, e in particolare a Sulpicia, aprendo uno spiraglio sull’universo del ‘desiderio femminile’ che arricchisce sensibilmente la nostra immagine di Orazio.| File | Dimensione | Formato | |
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