Enrico VII e le città lombarde (1311), tra duttilità politica e affermazioni autoritarie: qualche nota

During his first months in Italy Henry VII acts now as rex pacificus, chosen by the communities as peace’s guarantor, now as emperor-judge, fully conscious of being selected from God’s will, now as a compliant politician, now as an authoritarian rights’ holder, now as a merciful ruler, now as an inflexible one. He adjusts to different city interlocutors and contexts two unlike and opposite sovereignty’s concepts, which are the outcome at times of a local collective will, at times of an unquestionable universal authority. This behaviour proves his political realism beyond his need to protect the Empire’s «symbolic capital».

Ora rex pacificus, scelto dalla collettività come garante di pace, ora imperatore giudice, investito da Dio del proprio ruolo, ora duttile politico, ora autoritario detentore di diritti, ora misericordioso, ora inflessibile, in questo suo primo anno in Italia Enrico VII concilia, a seconda degli interlocutori e dei contesti urbani di riferimento, due diverse e contrapposte concezioni della sovranità, espressione talvolta di una volontà collettiva a livello locale, talvolta di un’indiscutibile autorità universale, dimostrando realismo politico al di là della necessità di difendere il “capitale simbolico” dell’impero.