Si riporta parte della quarta di copertina firmata da Cesare Segre, direttore della collana: “La Nuova Raccolta di Classici Italiani Annotati è tra le prime collane della Casa editrice: fondata da Santorre Debenedetti, e inaugurata con le Rime di Dante di Contini (1939), fu poi diretta dallo stesso Contini a partire dal 1953. Ora riprende la sua attività (…). Questo primo volume ha molti motivi d'interesse, oltre al più evidente, cioè di proporre in edizione critica e con esaurienti apparati e annotazioni, i sonetti amorosi del codice Laurenziano di quel Guittone d'Arezzo su cui Dante si esprime con un'ostilità segnata da senso di emulazione e da volontà di superamento. Antitutto Lino Leonardi mette in evidenza le linee di una costruzione unitaria che collega i sonetti e ne dimostra pertanto la provenienza da una raccolta d'autore, o meglio ancora da un “canzoniere”, cui Petrarca non può non aver guardato quando concepì il suo, che sarà poi modello inarrivabile per secoli. I sonetti di Guittone accennano dunque una storia, sia pur vissuta in gran parte nei confini della mente. Per di più, anche attraverso fitti raffronti intertestuali con i trovatori e i poeti siciliani e toscani, Leonardi rivela nei sonetti una sottile polemica con le convenzioni dell'amor cortese. (…) Guittone esercita una raffinatissima parodia, mimetizzando sotto le sue metafore obiettivi carnali e spregiudicatezza, anche nell'astuzia, con la donna, che del resto gli tiene testa.”
Guittone d'Arezzo, Canzoniere. I sonetti d'amore del codice Laurenziano
L. LEONARDI
1994
Abstract
Si riporta parte della quarta di copertina firmata da Cesare Segre, direttore della collana: “La Nuova Raccolta di Classici Italiani Annotati è tra le prime collane della Casa editrice: fondata da Santorre Debenedetti, e inaugurata con le Rime di Dante di Contini (1939), fu poi diretta dallo stesso Contini a partire dal 1953. Ora riprende la sua attività (…). Questo primo volume ha molti motivi d'interesse, oltre al più evidente, cioè di proporre in edizione critica e con esaurienti apparati e annotazioni, i sonetti amorosi del codice Laurenziano di quel Guittone d'Arezzo su cui Dante si esprime con un'ostilità segnata da senso di emulazione e da volontà di superamento. Antitutto Lino Leonardi mette in evidenza le linee di una costruzione unitaria che collega i sonetti e ne dimostra pertanto la provenienza da una raccolta d'autore, o meglio ancora da un “canzoniere”, cui Petrarca non può non aver guardato quando concepì il suo, che sarà poi modello inarrivabile per secoli. I sonetti di Guittone accennano dunque una storia, sia pur vissuta in gran parte nei confini della mente. Per di più, anche attraverso fitti raffronti intertestuali con i trovatori e i poeti siciliani e toscani, Leonardi rivela nei sonetti una sottile polemica con le convenzioni dell'amor cortese. (…) Guittone esercita una raffinatissima parodia, mimetizzando sotto le sue metafore obiettivi carnali e spregiudicatezza, anche nell'astuzia, con la donna, che del resto gli tiene testa.”I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.