Questo studio prende in esame alcuni lavori di Giuseppe Penone, intitolati Cambiare l’immagine ed eseguiti nel 1973, per metterne in evidenza due aspetti strettamente collegati che ne fanno un’opera singolare nel contemporaneo contesto italiano e un punto di svolta nel percorso dell’artista torinese: il suo rapporto con la grafica di Leonardo da Vinci e il problema del disegno figurativo nell’ambito dell’arte concettuale. L’interpretazione di Cambiare l’immagine muove dal suo invio nel 1976 alla mostra romana Drawing / Transparence e dal suo inserimento nel libro d’artista Rovesciare gli occhi dell’anno successivo: queste attestazioni permettono di collocare l’opera all’interno della poetica e dei riferimenti culturali del giovane artista. In questo senso l’analisi dei prelievi dai disegni Windsor di Leonardo presenti nella serie di sei fogli, a collage o disegno, va messa in relazione con i lavori che già dal 1968 dimostrano l’attenzione specifica al maestro antico. La verifica delle modalità con cui Penone utilizza queste fonti mette in luce il passaggio nodale del 1973, quando l’artista assume i caratteri «concettuali» del disegno leonardesco per inserire la figurazione e l’autografia nei propri lavori. Naturale sviluppo a distanza di alcuni anni è il ciclo di disegni presentati come studi dei movimenti dell’aria in vista delle terrecotte intitolate Soffio, inseriti nel catalogo dell’importante personale di Penone allestita a Essen nel 1978. In questo caso Penone copia, assembla e reinventa gli stessi disegni di Leonardo, utilizzando tecniche grafiche e stilismi tradizionali, chiarendo le ragioni del ricorso ad un linguaggio specifico che legittima, come accadeva già in nuce all’interno di Cambiare l’immagine, la figurazione e il ritorno al disegno.

"Cambiare l'immagine" e i disegni leonardeschi di Giuseppe Penone

Filippo Bosco
2019

Abstract

Questo studio prende in esame alcuni lavori di Giuseppe Penone, intitolati Cambiare l’immagine ed eseguiti nel 1973, per metterne in evidenza due aspetti strettamente collegati che ne fanno un’opera singolare nel contemporaneo contesto italiano e un punto di svolta nel percorso dell’artista torinese: il suo rapporto con la grafica di Leonardo da Vinci e il problema del disegno figurativo nell’ambito dell’arte concettuale. L’interpretazione di Cambiare l’immagine muove dal suo invio nel 1976 alla mostra romana Drawing / Transparence e dal suo inserimento nel libro d’artista Rovesciare gli occhi dell’anno successivo: queste attestazioni permettono di collocare l’opera all’interno della poetica e dei riferimenti culturali del giovane artista. In questo senso l’analisi dei prelievi dai disegni Windsor di Leonardo presenti nella serie di sei fogli, a collage o disegno, va messa in relazione con i lavori che già dal 1968 dimostrano l’attenzione specifica al maestro antico. La verifica delle modalità con cui Penone utilizza queste fonti mette in luce il passaggio nodale del 1973, quando l’artista assume i caratteri «concettuali» del disegno leonardesco per inserire la figurazione e l’autografia nei propri lavori. Naturale sviluppo a distanza di alcuni anni è il ciclo di disegni presentati come studi dei movimenti dell’aria in vista delle terrecotte intitolate Soffio, inseriti nel catalogo dell’importante personale di Penone allestita a Essen nel 1978. In questo caso Penone copia, assembla e reinventa gli stessi disegni di Leonardo, utilizzando tecniche grafiche e stilismi tradizionali, chiarendo le ragioni del ricorso ad un linguaggio specifico che legittima, come accadeva già in nuce all’interno di Cambiare l’immagine, la figurazione e il ritorno al disegno.
2019
disegno, Giuseppe Penone, Leonardo Da Vinci, arte concettuale
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