[...] La struttura del Filippo è, almeno a prima vista, molto chiara. Isocrate esplicita fin da subito il suo proposito identificando due termini: 16 Μέλλω γάρ σοι συμβουλεύειν προστῆναι τῆς τε τῶν Ἑλλήνων ὁμονοίας καὶ τῆς ἐπὶ τοὺς βαρβάρους στρατείας. A questi due termini corrispondono esattamente le due parti in cui è diviso il discorso. Dopo il lungo proemio (§§ 1-29), infatti, la prima metà (§§ 30-82) è dedicata alla realizzazione della concordia panellenica, la seconda (§§ 83-149) alla conduzione di una spedizione contro l’Asia. Anche all’interno delle singole sezioni, Isocrate mostra di usare una ripartizione piuttosto evidente della materia: ai §§ 46-56, per esempio, analizza una dopo l’altra le situazioni delle quattro città più importanti della Grecia; ai §§ 57-67 divide le diverse sezioni del passo, dedicate ai singoli esempi storici, per mezzo di passaggi chiari e in parte anche ripetitivi (cfr. e.g. l’uso di τοίνυν: 57 ἔτι τοίνυν ὡς καὶ ῥᾳδίως… 65 Διονύσιος τοίνυν… 66 Ἔτι τοίνυν Κῦρος) e ricapitola tutto in un riassunto finale, in cui ad ognuno degli esempi storici utilizzati è assegnata una qualifica (67 Ἀλκιβιάδης μὲν φυγὰς ὤν κτλ.). In alcuni casi, singole sezioni possono essere identificate proprio per mezzo dell’uso di piccole Ringkompositionen, per esempio ai §§ 137-8, dove troviamo l’uso di due formule quasi identiche a poca distanza l’una dall’altra (Οὕτω δ’ ἄριστα βουλεύσει περὶ τούτων… οὕτω γὰρ ἂν ἄριστα βουλεύσαιο περὶ αὐτῶν). La struttura del discorso, comunque, è particolarmente evidente se applichiamo, nella sua analisi, alcuni concetti derivati direttamente dalla dottrina retorica antica, nello specifico i τελικὰ κεφάλαια. Essi costituiscono un elemento della dottrina che troviamo fin nelle più antiche (almeno per noi) testimonianze della trattatistica retorica, vale a dire nella Retorica ad Alessandro e nella Retorica di Aristotele. Se nella prima troviamo una lista di argomenti (Rh. Al. 1421b22-27, con successive descrizioni dei singoli κεφάλαια), Aristotele assegna invece ad ogni genere retorico un suo particolare τέλος, lasciando aperta la possibilità che un discorso possa utilizzare accessoriamente gli altri tipi di argomenti (Arist. Rhet. 1.3.58b20ss.). Entrambi i trattati, comunque, sono concordi nel considerare come argomenti il συμφέρον, il δίκαιον e il καλόν. La Retorica ad Alessandro presenta, oltre a questi tre, anche il νόμιμον, l’ἡδύ, il ῥᾴδιον, il δυνατόν e l’ἀναγκαῖον – due dei quali ritroviamo esplicitati anche nel nostro discorso. [...]

Isocrate, Filippo. Introduzione, traduzione e commento / Carloni, Massimiliano; relatore esterno: Most, Glenn W.; Scuola Normale Superiore, ciclo 30, 29-Oct-2019.

Isocrate, Filippo. Introduzione, traduzione e commento

Carloni, Massimiliano
2019

Abstract

[...] La struttura del Filippo è, almeno a prima vista, molto chiara. Isocrate esplicita fin da subito il suo proposito identificando due termini: 16 Μέλλω γάρ σοι συμβουλεύειν προστῆναι τῆς τε τῶν Ἑλλήνων ὁμονοίας καὶ τῆς ἐπὶ τοὺς βαρβάρους στρατείας. A questi due termini corrispondono esattamente le due parti in cui è diviso il discorso. Dopo il lungo proemio (§§ 1-29), infatti, la prima metà (§§ 30-82) è dedicata alla realizzazione della concordia panellenica, la seconda (§§ 83-149) alla conduzione di una spedizione contro l’Asia. Anche all’interno delle singole sezioni, Isocrate mostra di usare una ripartizione piuttosto evidente della materia: ai §§ 46-56, per esempio, analizza una dopo l’altra le situazioni delle quattro città più importanti della Grecia; ai §§ 57-67 divide le diverse sezioni del passo, dedicate ai singoli esempi storici, per mezzo di passaggi chiari e in parte anche ripetitivi (cfr. e.g. l’uso di τοίνυν: 57 ἔτι τοίνυν ὡς καὶ ῥᾳδίως… 65 Διονύσιος τοίνυν… 66 Ἔτι τοίνυν Κῦρος) e ricapitola tutto in un riassunto finale, in cui ad ognuno degli esempi storici utilizzati è assegnata una qualifica (67 Ἀλκιβιάδης μὲν φυγὰς ὤν κτλ.). In alcuni casi, singole sezioni possono essere identificate proprio per mezzo dell’uso di piccole Ringkompositionen, per esempio ai §§ 137-8, dove troviamo l’uso di due formule quasi identiche a poca distanza l’una dall’altra (Οὕτω δ’ ἄριστα βουλεύσει περὶ τούτων… οὕτω γὰρ ἂν ἄριστα βουλεύσαιο περὶ αὐτῶν). La struttura del discorso, comunque, è particolarmente evidente se applichiamo, nella sua analisi, alcuni concetti derivati direttamente dalla dottrina retorica antica, nello specifico i τελικὰ κεφάλαια. Essi costituiscono un elemento della dottrina che troviamo fin nelle più antiche (almeno per noi) testimonianze della trattatistica retorica, vale a dire nella Retorica ad Alessandro e nella Retorica di Aristotele. Se nella prima troviamo una lista di argomenti (Rh. Al. 1421b22-27, con successive descrizioni dei singoli κεφάλαια), Aristotele assegna invece ad ogni genere retorico un suo particolare τέλος, lasciando aperta la possibilità che un discorso possa utilizzare accessoriamente gli altri tipi di argomenti (Arist. Rhet. 1.3.58b20ss.). Entrambi i trattati, comunque, sono concordi nel considerare come argomenti il συμφέρον, il δίκαιον e il καλόν. La Retorica ad Alessandro presenta, oltre a questi tre, anche il νόμιμον, l’ἡδύ, il ῥᾴδιον, il δυνατόν e l’ἀναγκαῖον – due dei quali ritroviamo esplicitati anche nel nostro discorso. [...]
29-ott-2019
L-FIL-LET/05 FILOLOGIA CLASSICA
Scienze dell'antichità
30
Classic philology
Greek literature
Isocrates. Philippus
Isocrates. Philippus. Introduction. Translation. Commentary
Isocrates. Political writing
panhellenism
Third Sacred War. 356–346 BC
Scuola Normale Superiore
Most, Glenn W.
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Descrizione: doctoral thesis full text
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11384/86194
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