Il contributo trae origine dalla disponibilità – all’interno dei progetti AVIP e API – dello stesso materiale di parlato letto, sia per la varietà pisana, che per quella fiorentina, e trova la sua motivazione nell’esigenza di definire la posizione del vocalismo fiorentino attuale rispetto al vocalismo delle altre parlate toscane, in particolare rispetto a quello della parlata pisana, che – com’è noto – presenta, insieme alla finitima varietà livornese, elementi particolarmente tipizzanti (marcato abbassamento delle vocali toniche medio-basse). Il confronto interdialettale diventa pienamente legittimo grazie alla tipologia del materiale utilizzato e consente di superare alcuni limiti metodologici – peraltro già ampiamente sottolineati in letteratura – insiti nei raffronti tra le diverse varietà dell’Italia linguistica. Per ciascuna parlata sono analizzati due locutori di sesso maschile (studenti universitari); si forniscono i valori in Hertz delle prime tre formanti e della frequenza fondamentale del vocalismo tonico, del vocalismo atono complessivo, di quello pretonico e di quello postonico. La ricerca acustica intende valutare – anche attraverso opportuni test statistici – se le vocali toniche e atone dei due sistemi linguistici occupino spazi acustici simili; e intende confrontare i risultati ottenuti per il fiorentino con i dati di Ferrero et al. (1978) e con i dati relativi all'italiano regionale di base toscana (corpus DIVA). Ad una analisi di tipo quantitativo sono affiancate osservazioni sull’area dei poligoni disegnati dalle vocali. Viene affrontata infine la questione relativa alle erosioni timbriche in atonia in entrambe le varietà.

Vocali fiorentine e vocali pisane a confronto

Calamai, Silvia
2004

Abstract

Il contributo trae origine dalla disponibilità – all’interno dei progetti AVIP e API – dello stesso materiale di parlato letto, sia per la varietà pisana, che per quella fiorentina, e trova la sua motivazione nell’esigenza di definire la posizione del vocalismo fiorentino attuale rispetto al vocalismo delle altre parlate toscane, in particolare rispetto a quello della parlata pisana, che – com’è noto – presenta, insieme alla finitima varietà livornese, elementi particolarmente tipizzanti (marcato abbassamento delle vocali toniche medio-basse). Il confronto interdialettale diventa pienamente legittimo grazie alla tipologia del materiale utilizzato e consente di superare alcuni limiti metodologici – peraltro già ampiamente sottolineati in letteratura – insiti nei raffronti tra le diverse varietà dell’Italia linguistica. Per ciascuna parlata sono analizzati due locutori di sesso maschile (studenti universitari); si forniscono i valori in Hertz delle prime tre formanti e della frequenza fondamentale del vocalismo tonico, del vocalismo atono complessivo, di quello pretonico e di quello postonico. La ricerca acustica intende valutare – anche attraverso opportuni test statistici – se le vocali toniche e atone dei due sistemi linguistici occupino spazi acustici simili; e intende confrontare i risultati ottenuti per il fiorentino con i dati di Ferrero et al. (1978) e con i dati relativi all'italiano regionale di base toscana (corpus DIVA). Ad una analisi di tipo quantitativo sono affiancate osservazioni sull’area dei poligoni disegnati dalle vocali. Viene affrontata infine la questione relativa alle erosioni timbriche in atonia in entrambe le varietà.
1-mar-2004
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