Si interviene sulla questione relativa al rapporto tra Petrarca e la tradizione dell'ars memoriae, rinvenendo tracce del suo interesse tra quegli 'uncini' della memoria che sono le glosse apposte nel celebre codice Troyes 552 al ciceroniano "De oratore", testo fondante della mnemotecnica. Lo studioso si sofferma anzitutto sulla glossa relativa alla significativa figura del greco Temistocle, recuperata dal Petrarca nei "Rerum memorandarum" e nel "De remediis utriusque fortunae". In esse il poeta ricorre anzitutto ad un'idea 'materiale' della memoria, ricollegata alla negativa immagine della 'sarcina', allusiva di una memoria irregolare, caotica e perciò inutile, e a quella positiva del petto di Temistocle, un 'locus maior', spazioso e capiente, simbolo di una memoria stabile ed ordinata. La figura di Temistocle torna nel "De remediis" per dare voce e sostegno alla "ratio" contro il "gaudium" con il suo virtuoso desiderio di un oblio preferibile alla caotica memoria delle immagini delle vanità terrene. Ancor più densa di significati per Andrea Torre è, infine, la glossa relativa alla figura del greco Simonide, tradizionale 'inventor memoriae', che fornisce spunti allo studioso per sottolineare l'importanza attribuita da Petrarca alla memoria 'visiva' e al primato degli occhi sugli altri organi di senso.
Fra un virtuoso oblio e una memoria divina. Petrarca, l’ars memoriae e il codice Troyes 552
TORRE, ANDREA
2004
Abstract
Si interviene sulla questione relativa al rapporto tra Petrarca e la tradizione dell'ars memoriae, rinvenendo tracce del suo interesse tra quegli 'uncini' della memoria che sono le glosse apposte nel celebre codice Troyes 552 al ciceroniano "De oratore", testo fondante della mnemotecnica. Lo studioso si sofferma anzitutto sulla glossa relativa alla significativa figura del greco Temistocle, recuperata dal Petrarca nei "Rerum memorandarum" e nel "De remediis utriusque fortunae". In esse il poeta ricorre anzitutto ad un'idea 'materiale' della memoria, ricollegata alla negativa immagine della 'sarcina', allusiva di una memoria irregolare, caotica e perciò inutile, e a quella positiva del petto di Temistocle, un 'locus maior', spazioso e capiente, simbolo di una memoria stabile ed ordinata. La figura di Temistocle torna nel "De remediis" per dare voce e sostegno alla "ratio" contro il "gaudium" con il suo virtuoso desiderio di un oblio preferibile alla caotica memoria delle immagini delle vanità terrene. Ancor più densa di significati per Andrea Torre è, infine, la glossa relativa alla figura del greco Simonide, tradizionale 'inventor memoriae', che fornisce spunti allo studioso per sottolineare l'importanza attribuita da Petrarca alla memoria 'visiva' e al primato degli occhi sugli altri organi di senso.File | Dimensione | Formato | |
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