This paper aims to discuss from different points of view the Dialogue of the Infinity of Love of the 16th century courtesan Tullia d’Aragona, reconstructing its historical con- text. It looks at the partnership between the writer and the competent man of letters Benedetto Varchi in order to integrate the promotion of female culture in an ambitious project of philosophical dissemination in Tuscan vernacular. The image of the cultivat- ed lady elaborated in the Dialogue is compared with the contemporary and very oppo- site paradigm of Sperone Speroni’s Dialogo d’amore. While in this text woman seems to be relegated to an inferior dimension of irrationality, the Dialogue of the Infinity of Love provides the interlocutor “Tullia” with a considerable degree of autonomy as a think- ing subject. The paper examines then the role played by Girolamo Muzio, editor of the Dialogue, with regard to the Rime of the poetess and his place in the midst of the reli- gious debate of the time, stressing her opposition to the “evangelical” trends. It is also considered the relevance of the Dialogue as a specimen of vernacular Aristotelianism, focusing on such controversial issues as infinity and immortality of the soul. The “par- ty game” between the two main interlocutors allows avoid heterodox conclusions. The influential Dialoghi d’amore of Leone Ebreo are finally analyzed as the main source of the text of Tullia and Varchi, pointing at a basic difference of literary register which reduces the intellectual mysticism of the Sephardic author to a more worldly level.

Analizza il rapporto fra divulgazione filosofica in lingua volgare e questione della partecipazione della donna alla vita culturale in uno dei testi più significativi della trattatistica d'amore cinquecentesca. In questo contributo si esamina da diversi punti di vista il Dialogo dell’infinità d’amore della cortigiana cinquecentesca Tullia d’Aragona e il suo contesto storico. La ricostruzione muove dalla premessa di una collaborazione fra la scrittrice e l’esperto letterato Benedetto Varchi che inserisce organicamente la promozione culturale della donna in un ambizioso disegno di divulgazione filosofica in volgare toscano. L’immagine della femina docta trasmessa dal Dialogo viene confrontata con il modello contemporaneo e concorrente del Dialogo d’amore di Sperone Speroni, maestro del Varchi ma anche suo implicito termine di riferimento polemico. Mentre in questo testo la donna appare relegata a un livello inferiore di irrazionalità amorosa, il Dialogo dell’infinità d’amore assicura al personaggio “Tullia” una notevole autonomia come soggetto raziocinante. Si considera poi il ruolo di Girolamo Muzio, editore del Dialogo, in rapporto alla raccolta di Rime della poetessa di cui si esamina la collocazione nel dibattito religioso in corso e la presa di distanza dalle tendenze “evangeliche” e filoprotestanti. Si discute successivamente la posizione del Dialogo dell’infinità d’amore nell’ambito dell’aristotelismo in volgare del primo Cinquecento, con le sue opposte tendenze alessandriste, averroiste o platonizzanti, e ai dibattiti speculativi sull’infinito e l’immortalità dell’anima, constatando il gioco delle parti fra gli interlocutori che consente di evitare conclusioni eterodosse. Si dedica infine un’ampia analisi ai Dialoghi d’amore di Leone Ebreo come fonte principale del testo di Tullia e di Varchi, tenendo conto di una fondamentale differenza di registro che riconduce il misticismo intellettuale dell’autore sefardita a una misura più terrena e mondana.

Ermafrodito amoroso e ragione senza genere : Tullia d'Aragona e Benedetto Varchi nel "Dialogo dell'infinità d'amore"

D'Ascia, Luca
2020

Abstract

This paper aims to discuss from different points of view the Dialogue of the Infinity of Love of the 16th century courtesan Tullia d’Aragona, reconstructing its historical con- text. It looks at the partnership between the writer and the competent man of letters Benedetto Varchi in order to integrate the promotion of female culture in an ambitious project of philosophical dissemination in Tuscan vernacular. The image of the cultivat- ed lady elaborated in the Dialogue is compared with the contemporary and very oppo- site paradigm of Sperone Speroni’s Dialogo d’amore. While in this text woman seems to be relegated to an inferior dimension of irrationality, the Dialogue of the Infinity of Love provides the interlocutor “Tullia” with a considerable degree of autonomy as a think- ing subject. The paper examines then the role played by Girolamo Muzio, editor of the Dialogue, with regard to the Rime of the poetess and his place in the midst of the reli- gious debate of the time, stressing her opposition to the “evangelical” trends. It is also considered the relevance of the Dialogue as a specimen of vernacular Aristotelianism, focusing on such controversial issues as infinity and immortality of the soul. The “par- ty game” between the two main interlocutors allows avoid heterodox conclusions. The influential Dialoghi d’amore of Leone Ebreo are finally analyzed as the main source of the text of Tullia and Varchi, pointing at a basic difference of literary register which reduces the intellectual mysticism of the Sephardic author to a more worldly level.
2020
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Platonismo; aristotelismo; logica; filosofia d'amore; questione della donna; logica; cultura femminile; Rinascimento; amor platonico; dialogo
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